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BRIEFING SULLA PROSSIMA VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE IN UCRAINA (23-27 GIUGNO 2001), 25.05.2001


BRIEFING SULLA PROSSIMA VISITA PASTORALE DEL SANTO PADRE IN UCRAINA (23-27 GIUGNO 2001)

INTERVENTO DEL CARD. LUBOMYR HUSAR

INTERVENTO DEL CARD. MARIAN JAWORSKI

Alle ore 11.30 di oggi, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene il Briefing sulla prossima Visita Pastorale del Santo Padre in Ucraina (23-27 giugno 2001).
Prendono parte al Briefing: l’Em.mo Card. Lubomyr Husar, Arcivescovo Maggiore di Lviv degli Ucraini e l’Em.mo Card. Marian Jaworski, Arcivescovo di Lviv dei Latini.
Ne pubblichiamo di seguito gli interventi:

INTERVENTO DEL CARD. LUBOMYR HUSAR

Elementi storici della identità

La Chiesa Greco Cattolica Ucraina è una Chiesa sui iuris nata AD 988 con il Battesimo di Volodymyr, quando la Chiesa era ancora una ed indivisa. Appartenendo alla famiglia bizantina, dopo la rottura del 1054 è rimasta nella sfera di influenza di Costantinopoli anche se non esistono atti formali di separazione dalla comunione con la sede di Pietro. Perciò è molto giusta l'espressione di Papa Giovanni Paolo II, quando parlando del Cristianesimo della Rus' di Kyiv, afferma che "era un Cristianesimo ortodosso nella fede e nello stesso tempo cattolico nella carità, poiché era in piena comunione con la Sede Apostolica di Pietro, e con tutta la Chiesa".1

Sono noti i tentativi di rinnovare la comunione delle Chiese particolarmente nei Concili di Lione (1245, 1274), Costanza (1417) e soprattutto di Firenze (1439). Il periodo, però, nel quale si registrano il maggior numero di unioni particolari è quello della Controriforma fino alla fine del XVIII secolo. Le Unioni più importanti erano quelle di Brest (1596/96) in Bielorussia e Ucraina e di Uzhorod (1646) per l'attuale Ucraina Transcarpatica, Slovacchia e Ungheria.

Questa Chiesa intende essere nello stesso tempo cattolica e ortodossa, perché questi concetti non si contraddicono, ma si completano nell'universalità della Chiesa Cattolica. Infatti la Chiesa non sarebbe completamente cattolica, cioè universale, se accettasse la riduzione al solo rito latino. La cattolicità della Chiesa comporta la sua diversità, o come spesso ripete Papa Giovanni Paolo II, il pieno respiro a due polmoni, quello orientale e quello occidentale.

Il motivo per cui furono firmate queste unioni era il genuino desiderio dei vescovi di restaurare l'unità nella diversità, di salvaguardare i principi di cattolicità e di ortodossia. Infatti, come nel caso dell'Unione di Brest, i vescovi della metropolia di Kyiv chiesero garanzie e misero condizioni precise con gli articoli dell'Unione al Romano Pontefice per salvaguardare la propria identità cattolico-ortodossa.2

Il 1° novembre 1944 muore a Leopoli il Servo di Dio, l'arcivescovo-metropolita Andrea Szeptyckyj e il suo successore il metropolita Josyf Slipyj amministra questa vasta arcidiocesi solo cinque mesi, perchè l'11 aprile 1945 viene imprigionato insieme con tutti i vescovi della sua Chiesa. Dall’8 al 10 marzo 1946 si tiene a Leopoli un Pseudo-Sinodo durante il quale 216 sacerdoti terrorizzati dichiarano la così detta "riunione della Chiesa Greco-Cattolica con la Chiesa Ortodossa Russa", e da quel giorno chi si dichiarava cattolico di rito orientale nella vasta Unione Sovietica veniva trattato da criminale. Bastava frequentare la chiesa per essere condannato a 10 anni di carcere o essere deportato in Siberia. La Chiesa in Ucraina nuovamente scese nelle catacombe. In quel periodo 10 vescovi furono imprigionati o deportati in Siberia e tutti morirono in carcere o dopo aver fatto la condanna, come confessori della fede. L'unico che sopravvisse fu l'eroico Cardinale Josyf Slipyj, il quale fu liberato il 9 febbraio 1963, grazie ad un intervento particolare di Papa Giovanni XXIII e del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy. Egli partecipò attivamente ai lavori del Concilio Ecumenico Vaticano II e visse a Roma fino al 7 settembre 1984. Seguirono la sorte dei confessori circa 1400 sacerdoti, 800 suore, per non parlare dei seminaristi e dei fedeli.

Questa Chiesa visse nelle catacombe praticamente per 43 anni, cioè dal 1946 fino al 1989. Dopo la riconquistata libertà nel 1989 in Ucraina c’erano 10 vescovi, circa 550 sacerdoti, 600 suore e circa 5 milioni di fedeli.

Ma l'anno con gli eventi più turbulenti e sensazionali fu il 1989. Il 17 settembre 1989 si tenne a Leopoli una manifestazione pubblica con circa 250.000 persone le quali richiedevano la piena legalizzazione e riabilitazione della Chiesa. Il 29 ottobre 1989 l'importante chiesa della Trasfigurazione di Leopoli tornò alla Chiesa Cattolica. Il 20 novembre 1989 fu firmato il decreto con il quale si permetteva di registrare le comunità greco-cattoliche che fu reso pubblico il 1° dicembre.

Durante tutto il 1990 tornarono intere comunità alla Chiesa Cattolica fino al punto che quando il Cardinale Lubachivsky venne in patria il 30 marzo 1991, in Ucraina erano già state registrate più di 1.700 comunità cattoliche. Fu creata la commissione quadripartita per la equa distribuzione delle chiese, il 19 agosto 1990 fu restituita la cattedrale di San Giorgio di Leopoli ai greco-cattolici e il 21 novembre 1990 l'arcivescovo Volodymyr Sterniuk, che in quel periodo era il locum tenens dell'Arcivescovo Maggiore, passò a vivere nel palazzo metropolitano di San Giorgio.

Tutto era pronto per il ritorno del Padre e Capo della Chiesa Greco-Cattolica Ucraina alla sua sede dopo 46 anni di assenza forzata, su invito dell'Arcivescovo Sterniuk e della città e provincia di Leopoli.

Il ritorno del Cardinale Lubachivsky fu un trionfo della verità sull'ingiustizia, accompagnato da centinaia e migliaia di fedeli. Per tre mesi interi il Cardinale visitò le città e comunità più importanti non solo dell'Ucraina occidentale, ma anche di quella orientale. Si sentiva la gioia della riconquistata libertà e giustizia.

Davanti al Cardinale e Vescovi della rinata Chiesa si presentò l'enorme sfida di rinnovare spiritualmente il popolo Ucraino, di fargli conoscere nuovamente Dio e i valori morali, di rimettere in piedi le necessarie infrastrutture ecclesiastiche, di riaprire i seminari e l'Accademia Teologica, di mettere la priorità assoluta della formazione dei nuovi sacerdoti, religiosi e suore.

Due mesi dopo, il 26 maggio 1991 fu nuovamente legalizzata questa Chiesa e il medesimo Cardinale fu ricevuto dalle più alte autorità civili dello stato ucraino a Kyiv. Il 24 agosto 1991 fu proclamata l'indipendenza dell'Ucraina e il 1° dicembre dello stesso anno il popolo ucraino sanzionò questa indipendenza con un voto di consenso del 90,8 %. Il 25 dicembre 1991 l'Unione Sovietica si disintegrò e così cadde l'ultimo impero del ventesimo secolo.

Tutti questi avvenimenti di dieci anni fa si susseguirono con una velocità inverosimile dopo una prolungata storia di sofferenze e persecuzioni del popolo e della Chiesa Ucraina che cessò praticamente nel 1989, e più concretamente, dopo la storica visita di Gorbaciov dal Papa Giovanni Paolo II il 1° dicembre 1989.

Oggi, dieci anni dopo l'ufficiale legalizzazione della Chiesa Greco-Cattolica in Ucraina, abbiamo 9 eparchie (diocesi) e un esarcato, un arcivescovo maggiore e 14 vescovi, 2.278 sacerdoti inclusi 701 religiosi, 933 suore, 3.467 comunità, 5 seminari, una Accademia Teologica e tra 5 e 5.5 milioni di fedeli. La Chiesa Greco-Cattolica è la seconda più grande confessione dell'Ucraina - subito dopo quella ortodossa.

La struttura giuridica

La Chiesa Greco-Cattolica Ucraina è una Ecclesia sui juris di rito bizantino, vale a dire una Chiesa di diritto proprio, che ha un diritto particolare, ha una certa autonomia, un proprio rito, tradizioni e disciplina. Gli esempi classici di una tale disciplina particolare sono la sua costituzione sinodale, di cui parleremo subito, l'elezione dei propri vescovi, il clero uxorato, ecc.

La costituzione di questa Chiesa è sinodale e il Sinodo come l'intera Chiesa è presieduta da un Arcivescovo Maggiore che ha gli stessi diritti di un Patriarca. La vita ecclesiastica è regolata da un proprio codice, cioè il Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium - Codice dei Canoni delle Chiese Orientali che fu approvato dal Papa Giovanni Paolo II nell'ottobre 1991. Quando si parla della costituzione sinodale questo significa che l'Arcivescovo Maggiore dirige questa Chiesa insieme con il Sinodo dei Vescovi il quale comprende circa 40 presuli dell'Ucraina e della diaspora. Questo Sinodo si riunisce praticamente ogni anno. Presso l'Arcivescovo Maggiore lavora la Curia dell'Arcivescovo Maggiore (o del Patriarca). La Curia consiste di un Sinodo Permanente di cinque Vescovi che si riunisce ogni tre mesi. Oltre ai Vescovi del Sinodo Permanente alla Curia dell'Arcivescovo Maggiore appartengono anche i Vescovi Curiali (se ci sono), il Cancelliere, l'Economo, il Presidente del Tribunale e il Responsabile per questioni liturgiche. Dopo la morte o le dimissioni dell'Arcivescovo Maggiore (Patriarca), il Sinodo sceglie il successore che viene confermato dal Papa.

Dopo il suo ritorno il Cardinale Lubachivsky e poi il Card. Lubomyr Husar hanno convocato già diversi Sinodi (1992, 1994, 1995, 1996, 1997, 1998, 1999, 2000 e il Sinodo Elettivo di gennaio 2001).

Questa Chiesa è molto dinamica e ha tante possibilità, ma sarebbe utopico pensare che sia senza problemi e difficoltà. Noi dobbiamo sviluppare varie direzioni per la Chiesa che è stata chiusa durante i quarant’anni sull’Ucraina occidentale e quasi trecento anni sull’Ucraina centrale e orientale. Per noi è molto importante lavorare nel campo pastorale e nel campo di comunicazione sociale, nel campo educativo e nel campo teologico e nel campo organizzativo. Solo con Dio e con il lavoro possiamo riuscire a tutte le sfide che noi abbiamo.

Grazie.

______________________________________

1 Omelia di Papa Giovanni Paolo II alla comunità ucraina di Buenos Aires (13 aprile 1987), in: Litterae Nuntiae Suae Beatitudinis Miroslai-Ioannis Cardinalis Lubachivsky, Romae 1986-1987, 128.

2 Articuli ad Unionem cum Ecclesia Romana pertinentes in: De synodis archiepiscopalibus episcopatus catholici ucrainorum earumque fundamento iuridico expositiones. Editiones Litterae Nuntiae Archiepiscopi Maioris, n. 1, Castelgandolfo 1970, 62-68. La prima frase inizia con le parole: "Articuli, quorum cautionem perimus a Dominis Romanis, priusquam accedamus ad unionem Romanae Ecclesiae".

[00859-01.02] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL CARD. MARIAN JAWORSKI

Desidero anzitutto affermare che Lviv (Leopoli) è la mia città natale, la città della mia giovinezza, una città di diverse culture, dove abitavano persone di diverse nazionalità, dove vi furono tre metropoliti cattolici: di rito latino, greco e armeno. Nonostante queste diversità regnava a Leopoli, a quei tempi, una grande armonia tra la gente che rispettava reciprocamente le feste, la cultura i costumi, ecc., di ogni rito. Posso dire che non ci furono sostanziali differenze e divisioni in questione fino alla seconda guerra mondiale che ha dato inizio alle grandi distruzioni non solo materiali, ma soprattutto morali, diventate ancor peggiori con la persecuzione comunista.

Breve storia dell'Arcidiocesi di Leopoli di rito latino

Prima di parlare della situazione odierna dell'arcidiocesi di Leopoli intendo presentare brevemente la sua storia.

L'Arcidiocesi di Leopoli è stata creata nel 1375 sul territorio della cosiddetta Russia-Rossa con sede a Halicz. Il Papa Leone XI, con bolla: Pro excellenti praeeminentia Sedis Apostolicae, dell'28 agosto 1412, ha spostato le strutture ecclesiali a Leopoli. Come ho accennato all'inizio, questa città era la sede di tre metropoliti: di rito latino, greco-cattolico e armeno. In questa arcidiocesi vi furono tanti cambiamenti nella storia, durante tempi favorevoli e torbidi, cambiamenti territoriali e nell'assetto delle frontiere. Dopo la spartizione della Polonia sotto i tre imperi - Prussia, Russia e Austria - dal 1772 i confini delle diocesi di rito latino in Galizia coincidevano di regola con i confini politici della zona appartenente all'Austria. Dagli elenchi dell'amministrazione austriaca del 1895 risulta che in tutta la Galizia esistevano 876 parrocchie cattolico-romane e armene, con 1579 sacerdoti. Le parrocchie di rito romano erano diffuse in tutta la Galizia.

Per quanto riguarda l'Arcidiocesi latino-cattolica di Leopoli essa comprendeva la Galizia orientale e la Bukowina e contava 223 parrocchie, 312 chiese e 495 sacerdoti. Tale situazione subì, nei successivi 45 anni del XX secolo, forti cambiamenti. Già al tempo del servizio pastorale dell'Arcivescovo Giuseppe Bilczewski, nel 1914, l'Arcidiocesi contava 29 decanati comprendenti 387 parrocchie e centri pastorali, che vedevano l'impegno di 481 sacerdoti diocesani e 231 religiosi su 1.054.767 cattolici di rito latino. Dopo l'Arcivescovo Giuseppe Bilczewski la sede di Leopoli la ebbe l'Arcivescovo Boleslao Twardowski (1923-1944). Durante il suo episcopato furono costruite o ricostruite 276 chiese. L'Arcivescovo Boleslao Twardowski ha vissuto la seconda guerra mondiale in una situazione difficile e non ha potuto godere della libertà perché morì nel 1944. In tempi difficili fu nominato a questa Arcidiocesi l'Arcivescovo Eugenio Baziak (1944-1962).

Nel 1945 l'Arcidiocesi contava 1.079.108 fedeli. Dopo la seconda guerra mondiale, con i cambiamenti politici delle frontiere e lo spostamento forzato della popolazione in Polonia Est e Ovest, nel 1945 e per la seconda volta nel 1956, i fedeli della Arcidiocesi di Leopoli emigrarono soprattutto nelle Terre Recuperate nella parte Occidentale della Polonia (Slesia, Pomerania, la cosiddetta "Ziemia Lubuska", ecc.) A loro si accompagnavano i pastori che nelle nuove sedi li incoraggiavano. L'Arcivescovo di Leopoli è stato ostacolato nello svolgimento del suo ministero pastorale dalle autorità sovietiche e l'Arcidiocesi ha perso tutte le sue strutture ecclesiali. L'Arcivescovo Eugenio Baziak è andato da Leopoli nel 17 aprile 1946 e ha preso residenza a Lubaczow nella piccola parte della sua Arcidiocesi con 32 parrocchie rimaste in territorio polacco. Durante questi 50 anni, i Vescovi della Arcidiocesi di Leopoli con residenza a Lubaczow non avevano alcuna possibilità di svolgere la loro missione nell'altra parte della loro Arcidiocesi in Unione Sovietica, dove erano rimasti alcuni fedeli e un numero esiguo di sacerdoti (circa 15) per il servizio pastorale a questa gente. Ma con il tempo il numero dei sacerdoti e dei fedeli diminuiva. Infatti la loro situazione divenne molto difficile. Il regime comunista cercava di estraniare sempre di più la Chiesa dalla vita reale del popolo e nello stesso tempo pretendeva di controllare sempre più da vicino la vita della Chiesa. Si trattava della separazione della Chiesa dalla società e dell'ingerenza del partito in quel poco di Chiesa che rimaneva. Il regime riconosceva apertamente che il nemico principale dello stato sovietico erano i cristiani, i credenti. I cristiani che volevano in qualche modo vivere la propria fede non solo nel segreto della coscienza, ma almeno minimamente in qualche comunità cristiana, venivano perseguitati, la gente aveva paura di battezzare i propri figli, e per i seminaristi non c'erano seminari. Nel periodo del comunismo nell'Arcidiocesi di Leopoli funzionavano soltanto le chiese ortodosse e alcune di rito latino. In tante comunità dopo un periodo di tempo non ci furono chiese, né strutture parrocchiali. Non si poteva dare alla gente la formazione spirituale, morale e nemmeno assicurare la vita sacramentale. Non esistevano più i religiosi che potessero fare il loro servizio, per cui mancava anche il servizio di Caritas e di catechesi. Malgrado ciò il numero dei fedeli aumentava, perché alcuni sacerdoti celebravano le SS. Messe nascostamente in diversi luoghi e posti e amministravano gli altri sacramenti. La gente in modo privato faceva incontri nelle case per pregare insieme, recitando rosari e litanie.

Nell'anno 1989 sono finiti i lunghi anni di privazione della libertà fondamentale. Dopo 50 anni, nel periodo della caduta dell'Unione sovietica nel 1991, il Santo Padre ha potuto ristabilire la gerarchia ecclesiastica delle diocesi latine in Ucraina e nominare l'Arcivescovo di Leopoli nella persona di Mons. Marian Jaworski, allora amministratore apostolico di Lubaczow. Attualmente l'Arcidiocesi conta circa 260 chiese, 60 sacerdoti del posto e circa 75 della Polonia per servire circa 300.000 credenti.

La svolta dopo la caduta del muro di Berlino

La caduta del muro di Berlino è senza dubbio un segnale di una storica svolta per le Chiese e per il cristianesimo dell'Europa centrale e orientale; costituisce una rivoluzione spirituale, una vittoria senza spargimento di sangue sulla violenza e sul male specifico del totalitarismo. Senza questa svolta straordinaria, noi rappresentanti delle Chiese cattoliche di rito latino e greco in Ucraina, oggi non saremmo qui. Grazie al Santo Padre Giovanni Paolo II questa svolta ha voluto dire, per noi abitanti dei paesi della ex Unione Sovietica, la rinascita delle strutture storiche diocesane, il recupero di molte chiese, anche se distrutte, l'edificazione dei seminari e soprattutto la formazione dei futuri sacerdoti di cui vi era una grande mancanza. Si è dovuto cominciare da capo sia dal punto di vista materiale che spirituale. Abbiamo avuto un aiuto materiale sostanzioso da parte dello stesso Sommo Pontefice Sua Santità Giovanni Paolo II, della Sede Apostolica, delle Chiese fraterne e delle Istituzioni adibite all'aiuto delle Chiese in bisogno. Un grazie sincero per questo aiuto! Abbiamo, comunque, ancora bisogno della solidarietà perché è una solidarietà che ci rende forti.


Annunciare Cristo - Speranza nell'Ucraina e negli altri Paesi dell'ex Unione Sovietica

Volendo parlare dell'annunciare Cristo in questa area geografica occorre prima di tutto analizzare la situazione della persona umana. Per fare ciò abbiamo bisogno, innanzi tutto, di riflettere su quello che è accaduto alla Comunità dei cittadini e dei cristiani. Nel corso degli anni dell'occupazione comunista si è cercato di formare un uomo nuovo, un ateo combattente, non credente, congiunturale, indifferente, per il quale sembra non esistere la dimensione trascendentale, con la conseguente mancanza di una giusta gerarchia di valori. Le chiese cristiane sono divise. Nella mia arcidiocesi, oltre alla Chiesa cattolica, vi sono quattro rami della Chiesa ortodossa. Coloro che si chiamano cristiani, ad eccezione dei cattolici, non sanno perché appartengono ad un ramo piuttosto che ad un altro della medesima Chiesa ortodossa. Un fattore importante per questa appartenenza è dato dalla nazionalità nella quale le persone si riconoscono, e manca quasi del tutto la consapevolezza ecclesiale, il motivo principale per cui si frequenta una Chiesa piuttosto che un'altra.

Si deve constatare che tra i cristiani si nota la mancanza della conoscenza delle verità della fede. Per quanto riguarda i fedeli cattolici la situazione sembra essere migliore perché essi imparano a comprendere la fede e la liturgia nello spirito del Concilio Vaticano II.

Affinché Cristo diventi la speranza per questa parte del continente europeo è necessario, innanzitutto, iniziare dalla pre-evangelizzazione. In questo contesto è urgente far nascere nell'uomo la consapevolezza delle dimensioni fondamentali della sua esistenza e i problemi ad essa connessi. L'annuncio che Cristo è l'unica speranza, che è la fonte della salvezza, dà un senso e un significato pieno all'esistenza: sono questi i valori che si devono riscoprire.

Situazione attuale

Parlando della situazione attuale della nostra l'Arcidiocesi e dell'intera Chiesa cattolica di rito latino in Ucraina si potrebbero analizzare diverse questioni e problemi pastorali, sociali, culturali, ma per questo ci vorrebbe un più largo spazio di tempo. Pertanto mi permetto di offrire solo qualche cenno sul nostro Seminario, culla di ogni chiesa particolare, e sul ruolo dei fedeli laici.

Se si tratta del Seminario ecclesiastico va precisato che prima dell'anno 1996 gli alunni dell'Arcidiocesi di Leopoli venivano mandati ai Seminari e alle Università cattoliche della Polonia. Attualmente vi sono rimasti solo alcuni studenti per completare gli studi ivi iniziati. Dall'ottobre 1996 sono iniziati i regolari corsi nel Seminario Metropolitano a Leopoli cominciando con l'anno propedeutico e seguendo i corsi sino ad ultimare il regolare ciclo filosofico-teologico previsto dalle norme canoniche e dalla Ratio studiorum.

La formazione dei seminaristi viene caratterizzata da tre dimensioni fondamentali:

1. La formazione intellettuale permette agli alunni di acquistare la conoscenza adatta della Rivelazione Divina che viene riletta nella luce della Tradizione e del Magistero della Chiesa e di formare alla capacità alla riflessione autonoma sulla fede cristiana necessaria per intraprendere un dialogo responsabile con il mondo di oggi.

2. La formazione spirituale prepara l'alunno a vivere la sua fede più profondamente attraverso la crescita della preghiera, dell'ascesi e della fedeltà al Cristo nel dono del celibato.

3. La formazione pastorale ha lo scopo di collegare la riflessione teologica con la realtà della pastorale. La pratica periodica pastorale durante gli studi del seminario è il mezzo principale nella preparazione al lavoro pastorale.

Parlando del ruolo sempre crescente dei fedeli laici nella vita della Chiesa desidero sottolineare che durante il regime comunista in Ucraina quando la Chiesa cattolica svolgeva la sua attività in situazione molto difficile, proprio i fedeli laici erano responsabili della chiesa e del sacerdote. Non era presente in quel tempo nessuna Società o Istituto di vita consacrata. L'unica forma di unirsi per i laici erano i Circoli del Rosario.

Dopo la riattivazione della gerarchia ecclesiastica sul territorio dell'Ucraina i fedeli laici sono, come prima, il grande aiuto dei sacerdoti. Nella situazione attuale rinascono gradatamente le nuove Società e i Movimenti ecclesiastici, guidati dai sacerdoti e dalle suore. Si sono formati: la Famiglia delle Famiglie, il Rinnovamento nello Spirito Santo.

I laici cattolici cominciano lentamente a entrare nella vita politica, economica e culturale del paese. Imparano la conoscenza della Dottrina sociale della Chiesa partecipando alle diverse conferenze.

I laici dell´Arcidiocesi di Leopoli sono fedeli alla disciplina canonica e hanno un buon rapporto con la Gerarchia ecclesiastica.

I sacerdoti e i religiosi apprendono l'esercizio della tutela delle forme delle società laiche nei seminari e durante le riunioni diocesane.

Valutazione generale

E' molto difficile in un così breve spazio di tempo compiere una valutazione generale riguardo alla vita di fede dei fedeli cattolici in Ucraina. Oso però constatare che la conoscenza dei fedeli sulla vita religiosa ed ecclesiastica è sufficiente. Di anno in anno la devozione della gente nell'Arcidiocesi sta crescendo ed essa si manifesta nell'aumento del numero dei bambini e dei giovani alla partecipazione alle catechesi. Molti adulti vengono in Chiesa per unirsi col Sacramento del matrimonio.

Dopo la caduta del regime comunista e il disgelo religioso alle chiese venivano molte persone anziane e i bambini. Attualmente alla vita della Chiesa partecipa una grossa percentuale delle persone dell'età media. La Chiesa locale di Leopoli nei prossimi anni dovrebbe arrivare con la catechesi e le omelie alla maggior parte dei fedeli.

Il livello della coscienza religiosa e ecclesiastica dei fedeli negli ultimi tempi si é elevato grazie alle catechesi che vengono tenute dalle suore, agli esercizi spirituali e alle missioni sante.

I sacerdoti, esercitando il Sacramento della Riconciliazione, hanno contribuito all'osservanza più fedele dei comandamenti di Dio e ad un collegamento più profondo dei fedeli con la Chiesa.

È risultato che le esigenze poste ai fedeli che si accostano ai Sacramenti, li collegano più profondamente con la chiesa parrocchiale. I sacerdoti e catechisti realizzano i compiti pastorali sulla base del presente programma pastorale. Occorre dire che si è notato un grande risveglio religioso durante l'intero Anno Giubilare del 2000.

Per grazia divina si risvegliano le vocazioni al sacerdozio, diocesane e religiose. E' possibile aprire il proprio Seminario maggiore e formare i futuri sacerdoti nello spirito del Concilio Vaticano II e dell'esortazione: Pastores dabo vobis.

Un significato enorme per la Chiesa in Ucraina ha avuto la costituzione della Nunziatura Apostolica a Kiev, segno visibile dell'unione con la Sede Apostolica. Attraverso essa possono essere risolti più facilmente e speditamente i diversi problemi delle nostre diocesi e si può partecipare effettivamente alla vita della Chiesa Universale.

Una grande importanza per la vita della Chiesa in Ucraina ha avuto la prima visita ad Limina Apostolorum dei Vescovi di questa Nazione che ha permesso di approfondire l'unione della nostra Chiesa con il Santo Padre e la Sede Apostolica. Lo stesso valore in merito hanno avuto i pellegrinaggi dei fedeli a Roma nell'Anno Santo da poco concluso.

Conclusione

Concludendo la descrizione del nostro comune impegno degli ultimi anni oserei affermare che a quanto è accaduto e a quanto è stato iniziato si possono riferire pienamente le parole del Salmo 125 (126):

"Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,

ci sembrava di sognare.

Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,

la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.

Allora si diceva tra i popoli:

"Il Signore ha fatto grandi cose per loro".

Grandi cose ha fatto il Signore per noi,

ci ha colmati di gioia" (vv. 1-3)

Mentre sperimentiamo in questo modo la presenza di Cristo sul cammino della nostra Chiesa, abbiamo in Lui, nonostante le difficoltà, il fondamento della nostra speranza. Il cammino del Popolo di Dio passa sempre attraverso la prova della fede e le fatiche del pellegrinaggio dalla terra lontana (Egitto) a quella promessa. Tuttavia dobbiamo leggere sempre in un modo nuovo ciò che disse Cristo: "Abbiate fiducia; io ho vinto il mondo" (Gv. 16,33).

Ci auguriamo che la visita apostolica del Santo Padre in Ucraina, da noi attesa con tanta ansia e nello stesso tempo con tanta gioia, sia conforto per la nostra fede e grande speranza per il futuro della Chiesa in Ucraina.

[00868-01.01] [Testo originale: Italiano]