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MESSAGGIO PASQUALE DEL SANTO PADRE E BENEDIZIONE "URBI ET ORBI", 15.04.2001


Al termine della Santa Messa celebrata sul sagrato della Basilica Vaticana, Giovanni Paolo II, prima di impartire la Benedizione Apostolica Urbi et Orbi ai fedeli presenti in Piazza San Pietro ed a quanti lo ascoltano attraverso la radio e la televisione, pronuncia il Messaggio pasquale che riportiamo di seguito:

MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Testo originale in lingua italiana

Traduzione in lingua francese

Traduzione in lingua inglese

Traduzione in lingua tedesca

Traduzione in lingua spagnola

Traduzione in lingua portoghese

Traduzione in lingua neerlandese

Traduzione in lingua polacca

Testo originale in lingua italiana  

1. "In Cristo risorto tutta la vita risorge" (Prefazio pasquale II).

L'annuncio pasquale raggiunga tutti i popoli della terra

e ogni persona di buona volontà si senta protagonista

in questo giorno fatto dal Signore,

giorno della sua Pasqua,

nel quale la Chiesa, con gioiosa emozione,

proclama che il Signore è veramente risorto.

Questo grido, sgorgato dal cuore dei discepoli

nel primo giorno dopo il sabato,

ha attraversato i secoli e ora,

in questo preciso momento della storia,

torna a rincuorare le speranze dell'umanità

con l'immutata certezza della risurrezione di Cristo,

Redentore dell'uomo.

2. "In Cristo risorto tutta la vita risorge".

Lo stupore incredulo degli apostoli e delle donne,

accorsi al sepolcro al levar del sole,

oggi si fa corale esperienza dell'intero Popolo di Dio.

Mentre il nuovo millennio muove i primi passi,

noi desideriamo affidare alle giovani generazioni

la certezza fondamentale della nostra esistenza:

Cristo è risorto e in Lui tutta la vita risorge.

"Gloria a Te, Cristo Gesù,

oggi e sempre tu regnerai".

Torna alla memoria questo canto di fede,

che tante volte, nel corso del recente cammino giubilare,

abbiamo ripetuto osannando a Colui

che è "l'Alfa e l'Omega, il Primo e l'Ultimo,

il principio e la fine" (Ap 22,13).

A Lui resta fedele la Chiesa pellegrina

"fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio" (s. Agostino).

A Lui essa guarda e non teme.

Cammina fissando il suo volto,

e ripete agli uomini del nostro tempo,

che Egli, il Risorto,

è "lo stesso ieri, oggi e sempre" (Eb 13,8).

3. In quel drammatico venerdì di Passione,

che vide il Figlio dell'uomo

farsi "obbediente fino alla morte

e alla morte di croce" (Fil 2,8),

si chiudeva la terrena vicenda del Redentore.

Ormai morto, Egli venne deposto in fretta nel sepolcro,

al tramonto del sole. Singolare tramonto!

Quell'ora oscurata dalle tenebre incombenti

segnava la fine del "primo atto" della creazione,

sconvolta dal peccato.

Sembrava il successo della morte, il trionfo del male.

Invece, nell'ora del gelido silenzio della tomba,

s'avviava a pieno compimento il disegno salvifico,

prendeva inizio la "nuova creazione".

Reso obbediente dall'amore sino all'estremo sacrificio,

Gesù Cristo è ora "esaltato" da Dio

che "gli ha dato il nome che è sopra ogni altro nome" (Fil 2,9).

In questo nome riprende speranza ogni umana esistenza.

In questo nome l'essere umano

è sottratto al potere del peccato e della morte

e restituito alla Vita e all'Amore.

4. Quest'oggi il cielo e la terra cantano

"il nome" ineffabile e sublime del Crocifisso risorto.

Tutto appare come prima, ma in realtà nulla è più come prima.

Egli, Vita che non muore, ha redento

e riaperto alla speranza ogni umana esistenza.

"Le cose vecchie sono passate,

ecco, ne sono nate di nuove" (2 Cor 5,17).

Ogni progetto e disegno dell'essere umano,

di questa nobile e fragile creatura,

ha oggi un "nome" nuovo in Cristo risorto dai morti,

perché "in Lui tutta la vita risorge".

Si realizza appieno in questa nuova creazione

la parola della Genesi: "E Dio disse:

«Facciamo l'uomo a nostra immagine,

a nostra somiglianza»" (Gn 1,26).

Nella Pasqua Cristo, nuovo Adamo

divenuto "spirito datore di vita" (1 Cor 15,45),

riscatta il vecchio Adamo dalla sconfitta della morte.

5. Uomini e donne del terzo millennio,

per tutti è il dono pasquale della luce,

che fuga le tenebre della paura e della tristezza;

per tutti è il dono della pace di Cristo risorto,

che spezza le catene della violenza e dell'odio.

Riscoprite quest'oggi con gioia e stupore

che il mondo non è più schiavo di eventi ineluttabili.

Questo nostro mondo può cambiare:

la pace è possibile anche là dove da troppo tempo

si combatte e si muore, come in Terra Santa e Gerusalemme;

è possibile nei Balcani, non più condannati

ad una preoccupante incertezza che rischia

di vanificare ogni proposta d'intesa.

E tu, Africa, terra martoriata

da conflitti in agguato costante, leva fiduciosa la testa

confidando nella potenza di Cristo risorto.

Grazie al suo aiuto tu pure, Asia,

culla di secolari tradizioni spirituali,

puoi vincere la scommessa della tolleranza e della solidarietà.

E tu, America Latina, serbatoio di giovani promesse,

solo in Cristo troverai capacità e coraggio

per uno sviluppo rispettoso d'ogni essere umano.

Voi, uomini e donne d'ogni continente,

attingete alla sua tomba ormai vuota per sempre

il vigore necessario per sconfiggere

le forze del male e della morte,

e porre ogni ricerca e progresso tecnico e sociale

al servizio di un futuro migliore per tutti.

6. "In Cristo risorto tutta la vita risorge".

Da quando la tua tomba, o Cristo, fu trovata vuota

e Cefa, i discepoli, le donne

e "più di cinquecento fratelli" (1 Cor 15,6)

ti videro risorto,

è iniziato il tempo in cui l'intera creazione

canta il tuo nome "che è sopra ogni altro nome",

ed attende il tuo ritorno definitivo, nella gloria.

In questo tempo, tra la Pasqua

e l'avvento del tuo Regno senza fine,

tempo che rassomiglia al travaglio di un parto (cfr Rm 8,22),

sostienici nell'impegno di costruire un mondo più umano,

rinfrancato dal balsamo del tuo amore.

Vittima pasquale offerta per la salvezza del mondo,

fa' che non venga meno questo nostro impegno,

anche quando la stanchezza appesantisce i nostri passi.

Tu, Re vittorioso, dona a noi e al mondo

l'eterna salvezza!

[00601-01.01] [Testo originale: Italiano]

Traduzione in lingua francese

1. "Dans le mystère de la résurrection du Christ, chacun de nous est déjà ressuscité"

(2e Préface de Pâques)

Puisse l’annonce pascale rejoindre tous les peuples de la terre

et puisse toute personne de bonne volonté se sentir concernée

en ce jour que fit le Seigneur,

jour de sa Pâque,

où l’Église proclame, avec une joyeuse émotion,

que le Christ est vraiment ressuscité!

Ce cri, jailli du cœur des disciples

le premier jour après le sabbat,

a traversé les siècles; et maintenant,

en ce moment précis de l’histoire,

il vient raviver les espérances de l’humanité

avec la certitude inébranlable de la résurrection du Christ,

Rédempteur de l’homme.

2. "Dans le mystère de la résurrection du Christ, chacun de nous est déjà ressuscité"

L’étonnement sceptique des Apôtres et des femmes,

accourus au tombeau dès le lever du soleil,

telle est aujourd’hui l’expérience commune du peuple de Dieu tout entier.

Tandis que le nouveau millénaire en est à ses débuts,

nous désirons confier aux jeunes générations

ce qui constitue la certitude fondamentale de notre existence:

le Christ est ressuscité, et dans le mystère de sa résurrection,

chacun de nous est déjà ressuscité.

"Gloire à Toi, Jésus Christ

aujourd’hui et toujours, tu seras vainqueur."

Nous revient en mémoire l’hymne de foi

si souvent chantée durant notre récente marche jubilaire,

pour louer Celui

qui est "l’alpha et l’oméga, le premier et le dernier,

le commencement et la fin" (Ap 22, 13).

L’Église qui chemine

"entre les persécutions du monde et les consolations de Dieu" (S. Augustin, La Cité de Dieu, XVIII, 51),lui reste fidèle.

Vers lui, elle tourne son regard et elle n’a pas de crainte.

Elle chemine, les yeux fixés sur son visage,

et répète aux hommes de notre temps,

que Lui, le Ressuscité,

"hier et aujourd’hui, est le même, il l’est pour l’éternité" (He 13,8).

3. En ce dramatique Vendredi de la Passion

qui vit le Fils de l’homme

se faire "obéissant jusqu’à mourir

et à mourir sur une croix" (Ph 2, 8),

s’achevait l’itinéraire terrestre du Rédempteur.

Après sa mort, il fut déposé en hâte dans le tombeau,

au couchant du soleil. Étonnant crépuscule!

Cette heure obscurcie par les ténèbres menaçantes

marquait la fin du "premier acte" de l’œuvre de la création,

bouleversée par le péché.

Il semblait alors que la mort l’emportait, que le mal avait triomphé.

À l’inverse, à l’heure du silence glacé de la tombe,

s’engageait le plein accomplissement du dessein salvifique,

et prenait naissance la "nouvelle création".

Devenu obéissant par amour jusqu’au sacrifice extrême,

Jésus Christ est maintenant "exalté" par Dieu,

qui "lui a conféré le Nom qui surpasse tous les noms" (Ph 2, 9).

En son nom, toute existence humaine retrouve l’espérance.

En son nom, l’être humain est soustrait au pouvoir du péché et de la mort,

et rendu à la Vie et à l’Amour.

4. Aujourd’hui, le ciel et la terre chantent

"le nom" ineffable et sublime du Crucifié ressuscité.

Tout semble comme avant, mais en réalité rien n’est plus comme avant.

Lui, la Vie qui ne meurt pas, a racheté

toute existence humaine et l’ouvre de nouveau à l’espérance.

"Le monde ancien s’en est allé, un monde nouveau est déjà né" (2 Co 5, 17).

Tout dessein de l’être humain,

noble et fragile créature,

a aujourd’hui un "nom" nouveau dans le Christ ressuscité d’entre les morts,

car "dans le mystère de sa résurrection, chacun de nous est déjà ressuscité".

Dans cette nouvelle création se réalise pleinement

la parole de la Genèse: "Dieu dit: ‘Faisons l’homme à notre image,

selon notre ressemblance’" (Gn 1, 26).

À Pâques, le Christ,

nouvel Adam devenu "l’être spirituel qui donne la vie" (1 Co 15, 45),

arrache le vieil Adam à la défaite de la mort.

5. Hommes et femmes du troisième millénaire,

c’est pour tous le don pascal de la lumière,

qui éloigne les ténèbres de la peur et de la tristesse;

c’est pour tous le don de la paix du Christ ressuscité,

qui brise les chaînes de la violence et de la haine.

En ce jour, redécouvrez avec joie et étonnement

que le monde n'est plus esclave d'événements inéluctables.

Notre monde peut changer:

la paix est possible même là où depuis trop longtemps

on combat et on meurt, comme en Terre Sainte et à Jérusalem;

elle est possible dans les Balkans, qui ne sont plus condamnés

à une incertitude préoccupante qui risque de réduire à néant

toute proposition d'entente.

Et toi, Afrique, terre martyrisée

par des conflits sans cesse en embuscade,

relève fièrement la tête,

confiante en la puissance du Christ ressuscité.

Grâce à son aide, toi aussi, Asie,

berceau de traditions spirituelles séculaires,

tu peux vaincre le défi de la tolérance et de la solidarité;

et toi, Amérique latine, vivier de jeunes promesses,

c'est dans le Christ seulement que tu trouveras la capacité et le courage

pour un développement respectueux de tout être humain.

Vous tous, hommes et femmes de tous les continents,

à la tombe qui est désormais et pour toujours vide,

puisez la vigueur nécessaire pour combattre

les forces du mal et de la mort,

et pour mettre toutes les recherches et tous les progrès techniques et sociaux

au service d'un avenir meilleur pour tous les hommes.

6. "Dans le mystère de sa résurrection, chacun de nous est déjà ressuscité".

Depuis que le tombeau fut trouvé vide,

depuis que Céphas, les disciples, les femmes

et "plus de cinq cents frères" (1 Co 15, 6)

te virent ressuscité,

a commencé le temps où toute la création

chante ton nom "qui est au-dessus de tout nom",

et où elle attend ton retour définitif, dans la gloire.

Dans notre temps,

entre Pâques et la venue de ton Règne éternel,

temps qui ressemble au travail d’un enfantement (cf. Rm 8, 22),

aide-nous à construire un monde plus humain,

rassuré par le baume de ton amour.

Toi, la Victime pascale offerte pour le salut du monde,

fais que notre engagement ne s’évanouisse pas,

même lorsque la fatigue alourdit notre marche.

Toi, Roi victorieux, donne-nous le salut éternel!

Donne au monde le salut éternel!

[00601-03.02] [Texte original: Italien]

Traduzione in lingua inglese

1. "In the Risen Christ all creation rises to new life."

May the Easter proclamation reach all the peoples of the earth

and may all people of good will feel themselves called to an active role

in this day which the Lord has made,

the day of his Resurrection,

when the Church, filled with joy,

proclaims that the Lord is truly risen.

This cry which burst forth from the hearts of the disciples

on the first day after the Sabbath

has spanned the centuries and now,

at this precise moment of history,

renews once more humanity’s hopes

with the unaltered certainty of the Resurrection of Christ,

the Redeemer of mankind.

2. "In the Risen Christ all creation rises to new life".

The amazed surprise of the Apostles and the women

who rushed to the tomb at sunrise

today becomes the shared experience of the whole People of God.

As the new millennium begins its course,

we wish to hand on to the younger generation

the certitude that is basic to our lives:

Christ is risen and in him all creation rises to new life.

"Glory to you, O Christ Jesus,

today and always you will reign".

We are reminded of this faith-filled hymn,

which we sang so many times during the course of the Jubilee

praising him who is

"the Alpha and the Omega, the first and the last,

the beginning and the end" (Rev 22:13).

To him the pilgrim Church remains faithful

"amid the world’s persecutions and God’s consolations" (Saint Augustine).

She looks to him and has no fear.

She walks with her gaze fixed on his face,

and repeats to the men and women of our day

that he, the Risen One,

is "the same yesterday and today and for ever" (Heb 13:8).

3. On that tragic Friday of the Passion,

which saw the Son of man

become "obedient unto death,

even death on a cross" (Phil 2:8),

the earthly phase of the Redeemer’s life came to a close.

Now dead, he was hurriedly placed in the tomb,

at the setting of the sun. A singular sunset!

The ominous darkness of that hour

signaled the end of the "first act" of creation,

convulsed by sin.

It seemed like the victory of death, the triumph of evil.

Instead, while the tomb lay in cold silence,

the plan of salvation was approaching its fulfilment,

and the "new creation" was about to begin.

Made obedient by love even to the extreme sacrifice,

Jesus Christ is now "exalted" by God,

who "has bestowed on him the name which is above every name" (Phil 2:9).

In this name every human life recovers hope.

In this name human beings

are freed from the power of sin and death

and restored to Life and to Love.

4. On this day heaven and earth sing out

the ineffable and sublime "name" of the Crucified One who has risen.

Everything appears as before, but in fact nothing is the same as before.

He, the Life that does not die, has redeemed every human life

and reopened it to hope.

"The old has passed away,

behold, the new has come" (cf. 2 Cor 5:17).

Every project and plan of this noble

and frail creature that is man

has a new "name" today in Christ risen from the dead,

for "in him all creation rises to new life".

The words of Genesis are fully fulfilled

in this new creation: "Then God said:

Let us make man in our image,

after our likeness’" (Gen 1:26).

At Easter, Christ, the new Adam,

having become "a life-giving spirit" (1 Cor 15:45),

ransoms the old Adam from the defeat of death.

5. Men and women of the Third Millennium,

the Easter gift of light

that scatters the darkness of fear and sadness

is meant for everyone;

all are offered the gift of the peace of the Risen Christ,

who breaks the chains of violence and hatred.

Rediscover today with joy and wonder

that the world is no longer a slave to the inevitable.

This world of ours can change:

peace is possible even where for too long

there has been fighting and death, as in the Holy Land and Jerusalem;

it is possible in the Balkans, no longer condemned

to a worrying uncertainty that risks

causing the failure of all proposals for agreement.

And you, Africa, a continent tormented

by conflicts constantly threatening,

raise your head confidently,

trusting in the power of the Risen Christ.

With his help, you too, Asia,

the cradle of age-old spiritual traditions,

can win the challenge of tolerance and solidarity;

and you, Latin America, filled with youthful promise,

only in Christ will you find the capacity and courage

needed for a development respectful of every human being.

Men and women of every continent,

draw from his tomb, empty now for ever,

the strength needed

to defeat the powers of evil and death,

and to place all research and all technical and social progress

at the service of a better future for all.

6. "In the Risen Christ all creation rises to new life".

From the moment when your tomb, O Christ, was found empty

and Cephas, the disciples, the women,

and "more than five hundred brethren" (1 Cor 15:6)

saw you risen,

there began the time in which the whole of creation

sings your name "which is above every other name"

and awaits your final return in glory.

During this time, between Easter

and the coming of your everlasting Kingdom,

a time like the travail of giving birth (cf. Rom 8:22),

sustain us in our dedication to building a more human world,

a world soothed by the balm of your Love.

Paschal Victim offered for the salvation of the world,

grant that this commitment of ours will not falter,

even when weariness slows our steps.

You, victorious King,

grant to us and to the world

eternal salvation!

[00601-02.01] [Original text: Italian]

Traduzione in lingua tedesca

1. "In Christi Auferstehung ist das Leben für alle erstanden" (Präfation für die Osterzeit II).

Allen Völkern der Erde gilt die österliche Botschaft,

und jeder Mensch guten Willens fühlt sich persönlich angesprochen

an diesem Tag, den der Herr gemacht hat,

am Osterfest des Herrn,

da die Kirche voll Freude verkündet:

Der Herr ist wahrhaft auferstanden.

Dieser Freudenruf, der den Jüngern

am ersten Tag nach dem Sabbat

aus tiefstem Herzen kam,

schallt durch die Jahrhunderte.

Gerade in diesem geschichtlichen Augenblick erklingt er neu,

um die Hoffnungen der Menschheit zu stärken

durch die unverändert feste Gewißheit,

daß Christus auferstanden ist,

der Erlöser des Menschen.

2. "In seiner Auferstehung ist das Leben für alle erstanden."

Das ungläubige Staunen der Apostel und Frauen,

die zum Grab geeilt waren, als die Sonne aufging,

ist heute eine gemeinsame Erfahrung des ganzen Volkes Gottes.

Während das neue Jahrtausend seinen Lauf beginnt,

wollen wir an die jungen Generationen

die grundlegende Gewißheit unseres Daseins weitergeben:

Christus ist vom Tod erstanden, in ihm ist das Leben für alle erstanden.

"Lob sei dir, Jesus Christus,

du hast die Herrschaft heute und in Ewigkeit."

Wir erinnern uns an diesen Hymnus des Glaubens,

der im erst kürzlich beschlossenen Jubiläumsjahr

so oft erklungen ist.

Wir haben das Hosanna dem gesungen,

der "das Alpha und das Omega, der Erste und der Letzte,

der Anfang und das Ende" ist (Offb 22,13).

Ihm bleibt die pilgernde Kirche treu

"zwischen den Verfolgungen der Welt und den Tröstungen Gottes" (Augustinus).

Im Blick auf Ihn hat sie keine Angst.

Sie schreitet voran und schaut auf Sein Antlitz.

Dabei sagt sie den Menschen unserer Zeit neu,

daß Er auferstanden und

"derselbe ist gestern heute und in Ewigkeit" (Hebr 13,8).

3. An jenem dramatischen Karfreitag,

an dem der Menschensohn "sich erniedrigte

und gehorsam war bis zum Tod, bis zum Tod am Kreuz" (Phil 2,8),

endete das Leben des Erlösers auf Erden.

Nach seinem Tod wurde Er bei Sonnenuntergang rasch ins Grab gelegt.

Welch ein Sonnenuntergang!

In jener Stunde, da die Finsternis hereinbrach,

endete der "erste Akt" des Schöpfungswerkes,

das die Sünde verwirrt hatte.

Der Tod hatte scheinbar gesiegt, das Böse triumphiert.

Aber gerade in der Stunde der abgrundtiefen Grabesstille

begann die Vollendung des Heilsplans;

die "neue Schöpfung" nahm ihren Anfang.

Denn Gott hat Jesus Christus,

der aus Liebe gehorsam war bis zum Tod,

"erhöht und ihm den Namen verliehen,

der größer ist als alle Namen" (Phil 2,9).

In diesem Namen gibt es wieder Hoffnung für jede menschliche Existenz.

In diesem Namen ist der Mensch

der Macht der Sünde und des Todes entrissen

und dem Leben und der Liebe wiedergeschenkt.

4. Am heutigen Tag besingen Himmel und Erde

den erhabenen und unvergleichlichen "Namen"

des Gekreuzigten, der auferstanden ist.

Alles scheint wie vorher, doch in Wirklichkeit ist nichts mehr so, wie es war.

Er, das Leben, das nicht mehr stirbt, hat jede menschliche Existenz erlöst

und ihm die Tür der Hoffnung aufgetan.

"Das Alte ist vergangen,

und Neues ist geworden" (2 Kor 5,17).

Jedes Vorhaben und jeder Plan des Menschen,

dieses erhabenen und doch zerbrechlichen Geschöpfes,

erhalten heute in Christus, der vom Tod erstanden ist, einen neuen "Namen",

denn "in ihm ist das Leben für alle erstanden".

In dieser neuen Schöpfung erfüllt sich das Wort der Genesis:

"Dann sprach Gott: Laßt uns Menschen machen

als unser Abbild, uns ähnlich" (Gen 1,26).

Durch sein Ostern hat Christus, der neue Adam,

der "lebendigmachender Geist" wurde (1 Kor 15,45),

den alten Adam von der Niederlage des Todes losgekauft.

5. Männer und Frauen des dritten Jahrtausends!

Das Ostergeschenk des Lichtes,

das die Finsternis von Angst und Trauer vertreibt, gilt allen!

Das Geschenk des Friedens vom auferstandenen Christus,

der die Ketten von Haß und Gewalt zerbricht, gilt allen!

Entdeckt heute mit Freude und Staunen,

daß die Welt nicht mehr Sklavin ist von Ereignissen,

die man nicht abwenden könnte.

Diese unsere Welt kann sich ändern:

Der Friede ist möglich auch da, wo man schon viel zu lang

kämpft und stirbt, wie im Heiligen Land und in Jerusalem.

Der Friede ist möglich auf dem Balkan,

der nicht mehr zu einer Unsicherheit verurteilt ist,

die Anlaß zur Besorgnis gibt, da sie Gefahr läuft,

jedweden Vorschlag zur Verständigung zu vereiteln.

Und du, Afrika, du gepeinigtes Land,

weil ständig Konflikte lauern,

erhebe dein Haupt und vertraue auf die Kraft

des auferstandenen Christus.

Dank seiner Hilfe kannst auch du, Asien,

du Wiege jahrhundertealter geistlicher Überlieferungen,

die Wette gewinnen

um Toleranz und Solidarität.

Und du, Lateinamerika,

du Tank, in dem eine vielversprechende Jugend liegt,

nur in Christus wirst du Kraft und Mut finden,

damit sich jeder Mensch in Würde entwickeln kann.

Ihr Männer und Frauen auf jedem Kontinent,

schöpft aus dem Grab, das ein für allemal leer ist,

die Kraft, die nötig ist,

um die Gewalten des Bösen und des Todes zu bezwingen

und um alle Forschung und den technischen und sozialen Fortschritt

in den Dienst einer für alle besseren Zukunft zu stellen.

6. "In seiner Auferstehung ist das Leben für alle erstanden".

Seit dein Grab, o Christus, leer gefunden wurde

und Kephas, die Jünger, die Frauen

und "mehr als fünfhundert Brüder" (1 Kor 15,6)

dich als Auferstandenen sahen,

hat die Zeit begonnen, in der die ganze Schöpfung

deinen Namen, "der größer ist als alle Namen", preist

und wartet, bis du endgültig wiederkommst in Herrlichkeit.

In dieser Zeit zwischen Ostern und der Ankunft deines Reiches ohne Ende,

in dieser Zeit, die Geburtswehen gleicht (vgl. Röm 8,22).

halte und trage uns in dem Bemühen, eine menschlichere Welt aufzubauen,

die vom Balsam deiner Liebe gestärkt ist.

Christus, unser Osterlamm, für das Heil der Welt geopfert,

gib, daß wir in unserem Bemühen nicht nachlassen,

auch wenn wir müde und unsere Schritte schleppend werden.

Du, siegreicher König, schenke uns und der Welt

das ewige Heil!

[00601-05.01] [Originalsprache: Italienisch]

Traduzione in lingua spagnola

1. "En la resurrección de Cristo hemos resucitado todos" (cf. Prefacio pascual II).

Que el anuncio pascual llegue todos los pueblos de la tierra

y que toda persona de buena voluntad se sienta protagonista

en este día en que actuó el Señor,

el día de su Pascua,

en el que la Iglesia, con gozosa emoción,

proclama que el Señor ha resucitado realmente.

Este grito que sale del corazón de los discípulos

en el primer día después del sábado,

ha recorrido los siglos, y ahora,

en este preciso momento de la historia,

vuelve a animar las esperanzas de la humanidad

con la certeza inmutable de la resurrección de Cristo,

Redentor del hombre.

2. "En la resurrección de Cristo hemos resucitado todos"

El asombro incrédulo de los apóstoles y las mujeres

que acudieron al sepulcro al salir el sol,

hoy se convierte en experiencia colectiva de todo el Pueblo de Dios.

Mientras el nuevo milenio da sus primeros pasos,

queremos legar a las jóvenes generaciones

la certeza fundamental de nuestra existencia:

Cristo ha resucitado y, en Él, hemos resucitado todos.

"Gloria a ti, Cristo Jesús,

ahora y siempre tú reinarás."

Vuelve a la memoria este canto de fe,

que tantas veces, a lo largo del periodo jubilar,

hemos repetido alabando a Aquel

que es "el Alfa y la Omega, el Primero y el Último,

el Principio y el Fin" (Ap 22,13).

A Él permanece fiel la Iglesia peregrina

"entre las persecuciones del mundo y los consuelos de Dios" (S. Agustín).

A Él dirige la mirada y no teme.

Camina con los ojos fijos en su rostro,

y repite a los hombres de nuestro tiempo,

que Él, el Resucitado,

es "el mismo ayer, hoy y siempre" (Hb 13,8).

3. En aquel dramático viernes de Pasión,

en que el Hijo del hombre

"obedeciendo hasta la muerte

y muerte de cruz" (Flp 2,8),

terminaba la vida terrena del Redentor.

Una vez muerto, fue depositado de prisa en el sepulcro,

al ponerse el sol. ¡Qué ocaso tan singular!

Aquella hora oscurecida por el avanzar de las tinieblas

señalaba el fin del "primer acto" de la obra de la creación,

turbada por el pecado.

Parecía el triunfo de la muerte, la victoria del mal.

En cambio, en la hora del gélido silencio de la tumba,

comenzaba el pleno cumplimiento del designio salvífico,

comenzaba la «nueva creación».

Hecho obediente por el amor hasta al sacrificio extremo,

Jesucristo es ahora "exaltado" por Dios

que "le otorgó el Nombre, que está sobre todo nombre" (Flp 2,9).

En su nombre recobra esperanza toda existencia humana.

En su nombre el ser humano

es rescatado del poder del pecado y de la muerte

y devuelto a la Vida y al Amor.

4. Hoy el cielo y la tierra cantan

"el nombre" inefable y sublime del Crucificado resucitado.

Todo parece como antes, pero, en realidad, nada es ya como antes.

Él, la Vida que no muere, ha redimido

y vuelto a abrir a la esperanza a toda existencia humana.

"Pasó lo viejo, todo es nuevo" (2 Co 5,17).

Todo proyecto y designio del ser humano,

esta noble y frágil criatura,

tiene hoy un nuevo "nombre" en Cristo resucitado de entre los muertos,

porque "en Él hemos resucitado todos".

En esta nueva creación se realiza plenamente

la palabra del Génesis: "Y dijo Dios:

‘Hagamos al hombre a nuestra imagen

y semejanza’" (Gn 1,26).

En la Pascua Cristo,

el nuevo Adán que se ha hecho "espíritu que da vida" (1 Co 15,45),

rescata al antiguo Adán de la derrota de la muerte.

5. Hombres y mujeres del tercer milenio,

el don pascual de la luz es para todos,

que ahuyente las tinieblas del miedo y de la tristeza;

el don de la paz de Cristo resucitado es para todos,

que rompa las cadenas de la violencia y del odio.

Redescubrid hoy, con alegría y estupor,

que el mundo no es ya esclavo de acontecimientos inevitables.

Este mundo nuestro puede cambiar:

la paz es posible también allí donde desde hace demasiado tiempo

se combate y se muere, como en Tierra Santa y Jerusalén;

es posible en los Balcanes, no condenados ya

a una preocupante incertidumbre que corre el riesgo

de hacer vana toda propuesta de entendimiento

Y tú, Africa, tierra martirizada

por conflictos en constante acecho,

levanta la cabeza con confianza

apoyándote en el poder de Cristo resucitado.

Gracias a su ayuda tu también, Asia,

cuna de seculares tradiciones espirituales,

puedes vencer la apuesta de la tolerancia y de la solidaridad.

Y tú, América Latina, depósito de jóvenes promesas,

solo en Cristo encontrarás capacidad y corage

para un desarrollo respetuoso de cada ser humano.

Vosotros, hombres y mujeres de todo continente,

sacad de su tumba ya vacía para siempre,

el vigor necesario para vencer

las fuerzas del mal y de la muerte,

y poner toda investigación y progreso técnico y social

al servicio de un futuro mejor para todos.

6. "En la resurrección de Cristo hemos resucitado todos".

Desde que tu tumba, Oh Cristo, fue encontrada vacía

y Cefas, los discípulos, las mujeres,

y "más de quinientos hermanos" (1 Co 15,6)

te vieron resucitado,

ha comenzado el tiempo en que toda la creación

canta tu nombre "que está sobre todo nombre"

y espera tu retorno definitivo en la gloria.

En este tiempo, entre la Pascua

y la venida de tu Reino sin fin,

tiempo que se parece a los dolores de un parto (cf Rm 8,22),

sosténnos en el compromiso de construir un mundo más humano,

vigorizado con el bálsamo de tu amor.

Víctima pascual, ofrecida por la salvación del mundo,

haz que no decaiga este compromiso nuestro,

aun cuando el cansancio haga lento nuestro paso.

Tú, Rey victorioso,

¡danos, a nosotros y al mundo

la salvación eterna!

[00601-04.01] [Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua portoghese

«Na ressurreição de Cristo, ressurgiu a vida do género humano» (prefácio pascal II).

Que o anúncio pascal chegue a todos os povos da terra

e toda a pessoa de boa vontade se sinta protagonista

neste dia que o Senhor fez,

dia da sua Páscoa,

no qual a Igreja, com sentimentos de júbilo,

proclama que o Senhor ressuscitou verdadeiramente.

Este grito, saído do coração dos discípulos

no primeiro dia depois do sábado,

atravessou os séculos e agora,

neste preciso momento da história,

volta a alentar as esperanças da humanidade

com a certeza imutável da ressurreição de Cristo

Redentor do homem.

2. «Na ressurreição de Cristo, ressurgiu a vida do género humano».

O espanto incrédulo dos apóstolos e das mulheres,

que tinham ido ao sepulcro ao nascer do sol,

hoje torna-se experiência comum de todo o Povo de Deus.

Enquanto o novo milénio dá os primeiros passos,

desejamos confiar às jovens gerações

a certeza fundamental da nossa existência:

Cristo ressuscitou e n'Ele ressurge a vida do género humano.

«Cristo ontem, Cristo hoje

Cristo sempre, meu Salvador».

Volta à memória este cântico de fé,

que tantas vezes, ao longo da recente caminhada jubilar,

repetimos, aclamando Aquele

que é «o Alfa e o Ómega, o Primeiro e o Último,

o Princípio e o Fim» (Ap 22, 13).

A Ele permanece fiel a Igreja peregrina

«entre as perseguições do mundo e as consolações de Deus (S. Agostinho).

Levanta o olhar para Ele e não teme.

Caminha fixando o seu rosto,

e repete aos homens do nosso tempo

que Ele, o Ressuscitado,

é «o mesmo ontem, hoje e sempre» (Heb 13, 8).

3. Naquela dramática Sexta-feira da Paixão,

que viu o Filho do Homem

feito «obediente até à morte

e morte de cruz» (Fil 2, 8),

encerrava-se a existência terrena do Redentor.

Já morto, foi Ele depositado à pressa no sepulcro,

ao ocaso do sol. Ocaso singular aquele!

Aquela hora obscurecida pelas trevas ameaçadoras

marcava o fim do «primeiro acto» da obra da criação,

transtornada pelo pecado.

Parecia o êxito da morte, o triunfo do mal.

Mas não, na hora do gélido silêncio do túmulo,

era levado ao seu pleno cumprimento o desígnio salvífico,

tinha início a «nova criação».

Feito obediente por amor até ao sacrifício extremo,

Jesus Cristo é agora «exaltado» por Deus

que «Lhe deu um nome que está acima de todo o nome» (Fil 2, 9).

Por este nome, retoma esperança toda a existência humana.

Por este nome, o ser humano

é arrebatado ao poder do pecado e da morte

e devolvido à Vida e ao Amor.

4. Neste dia, o céu e a terra cantam

«o nome» inefável e sublime do Crucificado que ressuscitou,

d'Aquele que realizou o prodígio mais desconcertante da história.

Tudo parece como antes, mas na realidade já nada é como antes.

Ele, Vida que não morre, redimiu

e reabriu à esperança toda a existência humana.

«Passou o que era velho,

eis que tudo se fez novo» (2 Cor 5, 17).

Todo projecto e desígnio do ser humano,

desta nobre e frágil criatura,

tem hoje um «nome» novo em Cristo ressuscitado dos mortos,

porque, n'Ele, «ressurgiu a vida do género humano».

Realiza-se plenamente, nesta nova criação,

a palavra do Génesis: «E Deus disse:

"Façamos o homem à nossa imagem,

à nossa semelhança"» (Gen 1, 26).

Na Páscoa, Cristo,

novo Adão que Se tornou «espírito vivificante» (1 Cor 15, 45),

resgata o velho Adão da derrota da morte.

5. Homens e mulheres do terceiro milénio,

a todos se destina o dom pascal da luz,

que põe em fuga as trevas do medo e da tristeza;

a todos se destina o dom da paz de Cristo ressuscitado,

que quebra as cadeias da violência e do ódio.

Redescobri hoje, com alegria e admiração,

que o mundo deixou de ser escravo de acontecimentos inelutáveis.

Este nosso mundo pode mudar:

a paz é possível mesmo em lugares onde há demasiado tempo

se combate e morre, como na Terra Santa e Jerusalém;

é possível nos Balcãs, já não condenados

a uma aflitiva incerteza com o risco

de tornar vã qualquer proposta de acordo.

E tu, África, terra martirizada

por conflitos sempre na espreita,

levanta esperançada a cabeça

confiando na força de Cristo ressuscitado.

Graças à ajuda d'Ele, também tu, Ásia,

berço de seculares tradições espirituais,

podes vencer o desafio da tolerância e da solidariedade.

E tu, América Latina, depósito de jovens promessas,

só em Cristo encontrarás capacidade e coragem

para um desenvolvimento respeitador de todo o ser humano.

Vós, homens e mulheres dos vários Continentes,

extraí do seu túmulo, já vazio para sempre,

o vigor necessário para derrotar

as forças do mal e da morte,

e colocar toda a pesquisa e avanço técnico e social

ao serviço dum futuro melhor para todos.

6. «Na ressurreição de Cristo, ressurgiu a vida do género humano».

Desde que o vosso túmulo, ó Cristo, foi encontrado vazio

e Cefas, os discípulos, as mulheres,

e «mais de quinhentos irmãos» (1 Cor 15, 6)

Vos viram ressuscitado,

começou o tempo em que a criação inteira

canta o vosso nome «que está acima de todo o nome»

e espera o vosso regresso definitivo, na glória.

Neste tempo, entre a Páscoa

e a chegada do vosso Reino sem fim,

tempo que se assemelha às dores de um parto (cf. Rom 8, 22),

amparai-nos no compromisso de construir um mundo mais humano,

onde as chagas do sofrimento humano se vão cicatrizando,

graças ao bálsamo do vosso Amor que venceu a morte.

Vítima pascal oferecida pela salvação do mundo,

fazei que não desfaleçamos neste nosso compromisso,

mesmo quando o cansaço tornar pesados os nossos passos.

Vós, ó Rei vitorioso, concedei-nos a nós e ao mundo

a salvação eterna!

[00601-06.01[Texto original: Italiano]

Traduzione in lingua neerlandese

1. "Door Zijn verrijzenis zijn ook wij ten leven opgewekt" (prefatie II van Pasen).

De aankondiging van Pasen moge alle volkeren der aarde bereiken en eenieder van goede wil moge zich een hoofdrolspeler voelen op deze dag die door de Heer gemaakt is, de dag waarop de Kerk met gevoelens van vreugde verkondigt dat de Heer waarlijk verrezen is. Deze uitroep, die voortkomt uit het hart van de apostelen op de eerste dag na de sabbat, heeft de eeuwen weerstaan, en op dit juist op dit moment in de geschiedenis keert deze uitroep terug om de hoop van de mensheid te versterken met de onveranderde zekerheid van de verrijzenis van Christus, de Verlosser van de mens.

2. "Door Zijn verrijzenis zijn ook wij ten leven opgewekt".

De verbazing en het ongeloof van de apostelen en de vrouwen, die bij zonsopgang naar het graf waren toegesneld, wordt vandaag een doorleefde ervaring van het gehele Godsvolk. Terwijl het nieuwe millennium nog aan het begin staat, willen wij aan de jongere generaties de fundamentele zekerheid van ons bestaan toevertrouwen: Christus is verrezen en in Hem zijn ook wij ten leven opgewekt.

"Eer aan U, Jezus Christus, nu en altijd zult Gij heersen !

Dit geloofslied, dat wij talloze malen in de loop van het recente Jubileum herhaaldelijk hebben gezongen, keert in de herinnering terug, en wij juichen Hem toe die " de Alfa en de Omega, de eerste en de laatste, de oorsprong en het einde" is (Apk 22,13).

De pelgrimerende Kerk blijft trouw aan Hem "tussen de vervolgingen der wereld en de vertroostingen van God" (St. Augustinus). Zij kijkt op naar Hem en vreest niet. Zij gaat op weg met de blik op Hem gericht, en herhaalt voor de mensen van onze tijd dat Hij, de Verrezene "dezelfde is, gisteren, vandaag en tot in eeuwigheid" (Heb 13,8).

3. Op die dramatische Goede Vrijdag, waarop de Mensenzoon "gehoorzaam werd tot de dood, tot de dood aan een kruis" (Fil 2,8), eindigde het aardse bestaan van de Verlosser.

Toen Hij dood was, werd Hij bij zonsondergang haastig in een graf neergelegd. Een bijzondere zonsondergang ! Dit uur, vol van een dreigende duisternis, markeerde het einde van het "eerste bedrijf" van de schepping, door de zonde verwoest. Het leek de overwinning van de dood en de triomf van het kwaad. Het uur van de ijzige stilte van het graf werd daarentegen het begin van de vervulling van het heilsplan, het begin van de "nieuwe schepping".

Uit liefde gehoorzaam geworden tot het uiterste offer, is Jezus Christus nu "verheven" door God, die "Hem de naam verleend heeft die boven alle namen is" (Fil 2,9).

Uit deze naam put ieder menselijk bestaan weer hoop. In deze naam wordt de mens onttrokken aan de macht van de zonde en van de dood, en wordt hij teruggegeven aan het leven en aan de liefde.

4. Vandaag bezingen hemel en aarde de onuitsprekelijke en edele "naam" van de verrezen Gekruisigde. Alles lijkt zoals voordien, maar in werkelijkheid is niets meer zoals het was. Hij, het leven dat niet sterft, heeft ieder menselijk bestaan verlost en nieuwe hoop gegeven.

"Het oude is voorbij, het nieuwe is al gekomen" (2 Kor 5,17).

Ieder ontwerp en plan van de mens, dat edele en kwetsbare schepsel, heeft vandaag een nieuwe "naam" in Christus die van de doden is verrezen, omdat "ook wij ten leven zijn opgewekt".

In deze nieuwe schepping verwerkelijkt zich ten volle het woord uit het boek Genesis: "Nu gaan Wij de mens maken, als beeld van Ons, op Ons gelijkend (Gn 1,26). Op Pasen bevrijdt Christus, de nieuwe Adam die "een levendmakende Geest" (1 Kor 15,45) is geworden, de oude Adam uit de nederlaag van de dood.

5. Voor allen, mannen en vrouwen van het derde millennium, is de paasgave van het licht bestemd, die de duisternis van angst en van droefheid verdrijft; voor allen is de vredesgave van de Verrezen Christus bestemd, die de ketenen van geweld en haat verbreekt.

Ontdekt vandaag opnieuw, met vreugde en verbazing, dat de wereld geen slaaf meer is van onafwendbare gebeurtenissen.

Onze wereld kan anders worden: de vrede is mogelijk, ook daar waar men al te lang vecht en gedood wordt, zoals in het heilig Land en in Jeruzalem; de vrede is ook mogelijk in de Balkanlanden, die niet meer veroordeeld hoeven te zijn tot een verontrustende onzekerheid die ieder voorstel om tot een overeenkomst te komen kan verijdelen.

Afrika, een continent gekweld door conflicten in een constante hinderlaag, richt met vertrouwen het hoofd op, terwijl u zich verlaat op de kracht van de verrezen Christus.

Ook u, Azie, de bakermat van eeuwenoude geestelijke tradities, kunt dankzij Zijn hulp de uitdaging van tolerantie en solidariteit winnen.

En u, Latijns Amerika, veelbelovend in ieder opzicht, zult alleen in Christus de kracht en de moed vinden voor een respectvolle ontwikkeling van iedere mens.

U allen, mannen en vrouwen van ieder continent, put uit Zijn graf die voor altijd leeg zal blijven, de nodige kracht om de machten van het kwaad en van de dood te overwinnen, en ieder wetenschappelijk onderzoek en iedere technische en sociale vooruitgang in dienst te stellen van een betere toekomst voor allen.

6. "Door Zijn verrijzenis zijn ook wij ten leven opgewekt".

Vanaf het moment waarop Uw graf, o Christus, leeg werd gevonden, en Kefas, de leerlingen en "meer dan vijfhonderd broeders tegelijk" ( 1Kor15,6) U hebben gezien als de Verrezene, heeft de tijd waarin de gehele schepping Uw naam "die boven alle namen is" bezingt, een aanvang genomen, en zij verwacht Uw definitieve wederkomst in glorie.

In deze tijd, tussen Pasen en de komst van Uw Rijk zonder einde, een tijd vergeleken kan worden met barensweeen (vgl. Rom 8,22), wil ons steunen bij onze inzet om een meer humane wereld op te bouwen, bemoedigd door balsem van Uw liefde.

Paaslam, geofferd voor de verlossing van de wereld, laat onze inzet niet verminderen, ook niet wanneer de vermoeidheid onze voetstappen vertraagt.

Zegevierende Koning, schenk ons en de wereld de eeuwige verlossing !

[00601-XX.01] [Testo originale: Neerlandese]

Traduzione in lingua polacca

1. «W zmartwychwstałym Chrystusie wszelkie życie powstaje z martwych»

(por. II prefacja wielkanocna).

Niech paschalne orędzie dotrze do wszystkich narodów ziemi,

a każdy człowiek dobrej woli niech czuje się uczestnikiem

tego dnia, który Pan uczynił,

dnia Jego Paschy,

kiedy Kościół przejęty radością

ogłasza, że Pan prawdziwie zmartwychwstał.

To wołanie, które uczniowie wznieśli z głębi serca

w pierwszym dniu po szabacie,

rozbrzmiewało przez stulecia, a dzisiaj,

w tej właśnie dziejowej chwili,

znów umacnia nadzieje ludzkości

niewzruszoną pewnością zmartwychwstania Chrystusa,

Odkupiciela człowieka.

2. «W zmartwychwstałym Chrystusie wszelkie życie powstaje z martwych»

Zdumienie i niedowierzanie apostołów i niewiast,

którzy o wschodzie słońca pośpieszyli do grobu,

staje się dziś wspólnym doświadczeniem całego Ludu Bożego.

Stawiając pierwsze kroki w nowym tysiącleciu,

pragniemy przekazać młodym pokoleniom

podstawowy pewnik naszego życia:

Chrystus zmartwychwstał, a w Nim wszelkie życie powstaje z martwych.

«Chwała Tobie, Jezu Chryste,

Ty królujesz dzisiaj i na wieki».

Powraca nam w pamięci ta pieśń pełna wiary,

którą podczas niedawnych obchodów jubileuszowych

wielokrotnie śpiewaliśmy wielbiąc Tego,

który jest «Alfa i Omega, Pierwszy i Ostatni,

Początek i Koniec» (Ap 22, 13).

Pozostaje Mu wierny Kościół pielgrzymujący

«pośród utrapień świata i pociech Bożych» (św. Augustyn).

Kieruje wzrok ku Niemu i nie doznaje lęku.

Idzie przed siebie wpatrzony w Jego oblicze

i powtarza ludziom naszej epoki,

że On, Zmartwychwstały,

jest «wczoraj i dziś, ten sam także na wieki» (Hbr 13, 8).

3. W tamtym dramatycznym dniu, w piątek męki Pańskiej,

kiedy Syn Człowieczy

stał się «posłuszny aż do śmierci

- i to śmierci krzyżowej» (por. Flp 2, 8),

dobiegało końca ziemskie życie Odkupiciela.

Jego martwe ciało zostało pośpiesznie złożone w grobie

o zachodzie słońca. Niezwykły był to zmierzch!

Ta godzina pogrążona w głębokim mroku

wyznaczała kres «pierwszego aktu» dzieła stworzenia,

skażonego przez grzech.

Zdawało się, że zwycięża śmierć i triumfuje zło.

A jednak w tej godzinie kamiennego milczenia grobu

przybliżyło się ostateczne wypełnienie zbawczego zamysłu,

rozpoczęło się dzieło «nowego stworzenia».

Jezus Chrystus, którego miłość uczyniła posłusznym

aż po najwyższą ofiarę,

zostaje teraz «wywyższony» przez Boga,

który «darował Mu imię ponad wszelkie imię» (Flp 2, 9).

W tym imieniu odzyskuje nadzieję każdy człowiek żyjący.

W tym imieniu każda ludzka istota,

wyrwana spod władzy grzechu i śmierci,

zostaje przywrócona do Życia i do Miłości.

4. Niebo i ziemia opiewają dziś

niepojęte i najwyższe «imię» Ukrzyżowanego, który zmartwychwstał.

Wydaje się, że wszystko pozostało bez zmian,

ale w rzeczywistości nic nie jest tak, jak dotychczas.

On, Życie nieśmiertelne,

odkupił życie każdego człowieka i na nowo otworzył je na nadzieję.

«To, co dawne, minęło,

a oto wszystko stało się nowe» (2 Kor 5, 17).

Każde postanowienie i zamysł człowieka,

tej istoty szlachetnej i ułomnej,

ma od dziś nowe «imię» w Chrystusie zmartwychwstałym,

bo «w Nim wszelkie życie powstaje z martwych».

W tym nowym stworzeniu urzeczywistniają się w pełni

słowa Księgi Rodzaju: «A wreszcie rzekł Bóg:

Uczyńmy człowieka na Nasz obraz,

podobnego Nam» (Rdz 1, 26).

Przez Paschę Chrystus, nowy Adam,

który stał się «duchem ożywiającym» (1 Kor 15, 45),

wybawia starego Adama od klęski zadanej przez śmierć.

5. Dla wszystkich mężczyzn i kobiet trzeciego tysiąclecia

przeznaczony jest paschalny dar światła,

które rozprasza mroki lęku i smutku;

dla wszystkich przeznaczony jest dar pokoju zmartwychwstałego Chrystusa,

który rozrywa kajdany przemocy i nienawiści.

Z radością i zachwytem odkryjcie dziś na nowo,

że świat nie jest już w niewoli nieuchronnych wydarzeń,

Nasz świat może się zmienić:

pokój jest możliwy nawet tam, gdzie od bardzo dawna

ludzie walczą i giną, jak w Ziemi Świętej i w Jerozolimie;

jest możliwy na Bałkanach, które nie są już skazane

na dręczącą niepewność, która może udaremnić

wszelkie próby porozumienia.

Ty także, Afryko, ziemio umęczona

przez zagrażające ci nieustannie konflikty,

z wiarą podnieś głowę,

ufając w moc zmartwychwstałego Chrystusa.

Dzięki Jego pomocy Ty również, Azjo,

kolebko odwiecznych tradycji duchowych,

możesz zwycięsko stawić czoło wyzwaniu tolerancji i solidarności.

Ty zaś, Ameryko Łacińska, zasobna w młodych ludzi niosących nadzieję,

tylko w Chrystusie znajdziesz siły i odwagę,

aby rozwijać się szanując godność każdego człowieka.

Wy, mieszkańcy wszystkich kontynentów,

z Jego grobu, już na zawsze pustego,

zaczerpnijcie siły, aby pokonać

moce zła i śmierci,

a wszelkie poszukiwania i postęp techniczny i społeczny

oddać w służbę lepszej przyszłości dla wszystkich.

6. «W zmartwychwstałym Chrystusie wszelkie życie powstaje z martwych.»

Od chwili gdy znaleziono Twój pusty grób, o Chryste,

a Kefas, uczniowie, niewiasty

i «więcej niż pięciuset braci» (por. 1 Kor 15, 6)

widziało Cię zmartwychwstałego,

rozpoczęła się epoka, gdy całe stworzenie

opiewa Twoje imię, «które jest ponad wszelkie imię»,

i oczekuje Twego ostatecznego przyjścia w chwale.

W tej epoce pomiędzy Paschą

a nadejściem Twego Królestwa, które nie zna końca,

w epoce przypominającej bóle rodzenia (por. Rz 8, 22),

wspomagaj nas w trudzie budowania świata bardziej ludzkiego,

pokrzepionego balsamem Twojej Miłości.

Paschalna żertwo, złożona w ofierze za zbawienie świata,

spraw, abyśmy nie ustawali w tym dążeniu nawet wówczas,

gdy znużeni zwalniamy kroku.

Ty, zwycięski Królu, daj nam i światu

wieczne zbawienie!

[00601-09.01] [Testo originale: Italiano]