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CELEBRAZIONE DELLA DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE, 08.04.2001


Alle ore 10 di oggi il Santo Padre Giovanni Paolo II presiede, sul sagrato della Basilica Vaticana, la solenne celebrazione liturgica della Domenica delle Palme e della Passione del Signore.

Alla celebrazione prendono parte, in occasione dell’odierna XVI Giornata Mondiale della Gioventù che ha quest’anno per tema: "Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Lc 9,23), giovani provenienti dalla Diocesi di Roma, da tutta Italia, e una rappresentanza di giovani canadesi.

Durante la celebrazione ha luogo il "passaggio della Croce" dall’Italia, Paese ospite della GMG giubilare, al Canada, che nella città di Toronto organizzerà la XVII edizione della Giornata nel luglio 2002.

Il Sacro Rito si apre con la Processione delle Palme. All’obelisco centrale di Piazza San Pietro il Papa benedice le palme ed i rami d’ulivo e prosegue poi fino al sagrato della Basilica, ove presiede la celebrazione della Santa Messa della Passione del Signore.

Pubblichiamo di seguito il testo dell’omelia tenuta da Giovanni Paolo II dopo la proclamazione del Santo Vangelo della Passione del Signore secondo Luca, e le parole che il Papa rivolge ai giovani prima del "Passaggio della Croce":

OMELIA DEL SANTO PADRE

1. «Osanna!», «Crocifiggilo!». Si potrebbe riassumere in queste due parole, gridate probabilmente dalla medesima folla a pochi giorni di distanza, il significato dei due avvenimenti che ricordiamo in questa liturgia domenicale.

Con l'acclamazione «Benedetto colui che viene!», in un impeto di entusiasmo, la gente di Gerusalemme, agitando rami di palme, accoglie Gesù che entra in città a dorso di un asino. Con il «Crocifiggilo!», gridato due volte in un crescendo di furore, la moltitudine reclama dal governatore romano la condanna dell'imputato che, in silenzio, sta in piedi nel Pretorio.

La nostra celebrazione inizia perciò con un «Osanna!»  e si conclude con un «Crocifiggilo!». La palma del trionfo e la croce della Passione: non è un controsenso; è piuttosto il cuore del mistero che vogliamo proclamare. Gesù si è consegnato volontariamente alla Passione, non si è trovato schiacciato da forze più grandi di Lui. Ha affrontato liberamente la morte di croce e nella morte ha trionfato.

Scrutando la volontà del Padre, Egli ha compreso che era venuta l'«ora» e l'ha accolta con l'obbedienza libera del Figlio e con infinito amore per gli uomini: "Sapendo che era venuta l'ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine" (Gv 13,1).

2. Oggi guardiamo a Gesù che si avvicina al termine della sua vita e si presenta come Messia atteso dal popolo, mandato da Dio e venuto in suo nome a portare la pace e la salvezza, anche se in una modalità diversa da come l'attendevano i suoi contemporanei. L'opera di salvezza e di liberazione compiuta da Gesù continua nei secoli. Per questo la Chiesa, che fermamente lo crede presente anche se invisibile, non si stanca di acclamare a Lui nella lode e nell'adorazione. Ancora una volta, pertanto, la nostra assemblea proclama: "Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!".

3. La lettura della pagina evangelica ha posto davanti ai nostri occhi le scene terribili della passione di Gesù: la sua sofferenza fisica e morale, il bacio di Giuda, l'abbandono da parte dei discepoli, il processo davanti a Pilato, gli insulti e gli scherni, la condanna, la via dolorosa, la crocifissione. Infine, la sofferenza più misteriosa: "Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". Un forte grido, e poi la morte.

Perché tutto questo? L'inizio della preghiera eucaristica ci darà la risposta: "Egli, che era senza peccato, accettò la passione per noi peccatori e, consegnandosi a un'ingiusta condanna, portò il peso dei nostri peccati. Con la sua morte lavò le nostre colpe e con la sua risurrezione ci acquistò la salvezza" (Prefazio).

La nostra celebrazione dice dunque riconoscenza e amore a Colui che si è sacrificato per noi, al Servo di Dio che, come aveva detto il profeta, non ha opposto resistenza, non si è tirato indietro, ha presentato il dorso ai flagellatori, non ha sottratto la faccia agli insulti e agli sputi (cfr Is 50, 4-7).

4. La Chiesa, però, leggendo il racconto della Passione non si limita a considerare unicamente le sofferenze di Gesù; si accosta trepidante e fiduciosa a questo mistero, sapendo che il suo Signore è risorto. La luce della Pasqua fa scoprire il grande insegnamento contenuto nella Passione: la vita si afferma attraverso il dono sincero di sé fino ad affrontare la morte per gli altri, per l'Altro.

Gesù non ha inteso la propria esistenza terrena come ricerca del potere, come corsa al successo e alla carriera, come volontà di dominio sugli altri. Al contrario, Egli ha rinunciato ai privilegi della sua uguaglianza con Dio, ha assunto la condizione di servo divenendo simile agli uomini, ha obbedito al progetto del Padre fino alla morte sulla croce. E così ha lasciato ai suoi discepoli e alla Chiesa un insegnamento prezioso: "Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12,24).

5. La Domenica delle Palme è divenuta, ormai da anni, anche la Giornata Mondiale della Gioventù, la vostra Giornata, carissimi giovani, qui convenuti dalle varie parrocchie della diocesi di Roma e da altre parti del mondo: insieme con voi saluto con affetto e speranza anche i vostri coetanei che nelle diverse Chiese locali celebrano oggi la XVI Giornata Mondiale della Gioventù, la prima del nuovo millennio.

Saluto in particolare i giovani della Delegazione canadese, guidata dall'Arcivescovo di Toronto Card. Ambrozic, che sono qui tra noi per accogliere la Croce intorno alla quale si raccoglieranno i giovani d'ogni continente nella prossima Giornata Mondiale del Duemiladue. A tutti e a ciascuno indico ancora una volta con forza nella Croce di Cristo il cammino di vita e di salvezza, la via per giungere alla palma del trionfo nel giorno della risurrezione.

Che cosa vediamo sulla Croce che s'eleva davanti a noi e che, da duemila anni, il mondo non cessa di interrogare e la Chiesa di contemplare? Vediamo Gesù, il Figlio Dio che s'è fatto uomo per restituire l'uomo a Dio. Lui, senza peccato, sta ora davanti a noi crocifisso. Egli è libero, pur essendo inchiodato al legno. E' innocente, pur sotto l'iscrizione che annuncia il motivo della sua condanna. Nessun osso gli è stato spezzato (cfr Sal 34,21), perché è la colonna portante di un mondo nuovo. La sua tunica non è stata stracciata (cfr Gv 19,24), perché Egli è venuto per radunare tutti i figli di Dio che il peccato aveva disperso (cfr Gv 11,52). Il suo corpo non sarà gettato in terra ma deposto in una roccia (cfr Lc 23,53), perché non può subire la corruzione il corpo del Signore della vita, che ha vinto la morte.

6. Carissimi giovani, Gesù è morto ed è risorto, Egli ora vive per sempre! Ha dato la sua vita. Ma nessuno gliel'ha tolta; l'ha data «per noi» (Gv 10,18). Per mezzo della sua croce è venuta a noi la vita. Grazie alla sua morte ed alla sua risurrezione, il Vangelo ha trionfato, ed è nata la Chiesa.

Mentre entriamo fiduciosi nel nuovo secolo e nel nuovo millennio, cari giovani, il Papa vi ripete le parole dell'apostolo Paolo: "Se moriamo con Gesù, vivremo anche con lui; se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo" (2 Tm 2,11). Perché solo Gesù è la Via, la Verità, la Vita (cfr Gv 14,6).

Chi ci separerà allora dall'amore di Cristo? La risposta l'ha data l'Apostolo anche per noi: "Io sono persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo

Gesù, nostro Signore" (Rm 8,38-39).

Gloria e lode a Te, o Cristo, Verbo di Dio, salvatore del mondo!

[00560-01.01] [Testo originale: Italiano]

PAROLE DEL SANTO PADRE PER IL PASSAGGIO DELLA CROCE

Come è ormai felice tradizione, tra poco i giovani italiani consegneranno la Croce dei Giovani ai loro coetanei canadesi, che accoglieranno nel loro Paese la diciassettesima Giornata Mondiale della Gioventù, nell'estate del prossimo anno. Essa avrà per tema: "Voi siete il sale della terra ... voi siete la luce del mondo" (Mt 5,13-14). Ancora una volta, la Croce riprende il pellegrinaggio sulle strade del mondo, insieme con le giovani generazioni, che entrano nel nuovo millennio portando e seguendo il segno di Cristo morto e risorto, vincitore del male e della morte.

I greet the young Canadians present, led by the Archbishop of Toronto, Cardinal Ambrozic, and to them I entrust the Cross. I encourage you to prepare well for the next important appointment of World Youth Day, which has as its theme "You are the salt of the earth .. you are the light of the world" (Mt 5:13-14). Dear young people, get ready to welcome the young people of the world to your beautiful country by renewing your own fidelity to Christ the Lord. Fidelity to Christ, this is my invitation to all the English-speaking pilgrims. Until we meet in Toronto!

Je salue affectueusement les pèlerins français qui ont participé à la Liturgie du dimanche des Rameaux, et de manière toute spéciale les jeunes du Canada. Chers jeunes, que la préparation des dix-septièmes Journées mondiales de la Jeunesse soit une occasion propice pour un approfondissement de votre foi et de votre vie avec le Christ, ainsi que pour un témoignage renouvelé de votre charité et de la joyeuse ouverture de votre cœur aux dimensions du monde ! Ma prière vous accompagne, avec mon affectueuse Bénédiction apostolique.

Einen herzlichen Gruß richte ich an die deutschsprachigen Pilger, besonders an die jungen Christen. Liebe junge Freunde! Ihr habt heute morgen dem Herrn das "Hosianna" gesungen. Macht Jesus Christus zu eurem Wegbegleiter und laßt euch von ihm zum Weltjugendtag führen, der im Sommer nächsten Jahres in Toronto stattfinden wird. Wenn ihr euch am Gekreuzigten und Auferstandenen orientiert, dann steht euer Leben unter einem guten Stern.

"Vosotros sois la sal de la tierra... Vosotros sois la luz del mundo". Con estas palabras, lema de la próxima Jornada Mundial de la Juventud en Toronto, me dirijo a todos los jóvenes de lengua española. Llevad este anuncio gozoso y al mismo tiempo exigente, a todos vuestros compañeros. Contáis con mi oración y cercanía en esta gran aventura de la evangelización.

Queridos jovens de língua portuguesa, testemunhas da entrega da cruz das Jornadas da Juventude aos vossos coetâneos do Canadá, a minha cordial saudação para vós, vossas famílias e grupos eclesiais, a todos desejando uma grande solidariedade de coração e vida junto da cruz de tantos crucificados.

Niech krzyż, który dziś przekazujemy do Toronto, będzie i dla was światłem na drodze waszego życia. Wspominam przy tej sposobności Światowy Dzień Młodzieży w Częstochowie na Jasnei Górze, który miał charakter przełomowy. Proszę, żebyście żyli zawsze tym wielkim wydarzeniem sprzed lat i równocześnie podążali w przyszłość, tak jak Światowe Dni Młodzieży przesuwają się z miejsca na miejsce, z kraju do kraju, z kontynentu na kontynent, z drugiego w trzecie tysiąclecie. Szczęść Boże!

[La croce che oggi consegniamo ai giovani di Toronto sia anche per voi la luce sul cammino della vostra vita. Ricordo in quest’occasione la Giornata Mondiale della Gioventù a Jasna Góra a Częstochowa, che ha segnato una svolta. Vi chiedo di tenere sempre vivo quel grande avvenimento vissuto anni fa e nello stesso tempo di andare sempre verso il futuro, così come le Giornate Mondiali della Gioventù si spostano da un luogo all’altro, da un paese all’altro, da un continente all’altro, dal secondo al terzo millennio. Dio vi benedica!]

[00561-XX.02] [Testo originale: Plurilingue]