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QUINTA SEDUTA PUBBLICA DELLE ACCADEMIE PONTIFICIE, 07.11.2000


QUINTA SEDUTA PUBBLICA DELLE ACCADEMIE PONTIFICIE

Alle ore 10.30 di oggi, nell’Aula nuova del Sinodo in Vaticano, l’Em.mo Card. Paul Poupard, Presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e del Consiglio di Coordinamento fra Accademie Pontificie ha presieduto, a nome del Santo Padre, la solenne Seduta Comune delle sette Pontificie Accademie: la Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino, la Pontificia Accademia di Teologia, la Pontificia Accademia dell’Immacolata, la Pontificia Accademia Mariana Internazionale, la Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, la Pontificia Accademia Romana di Archeologia, la Pontificia Accademia "Cultorum Martyrum".

La Seduta Pubblica di quest’anno è stata organizzata dalla Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon e verte sul tema: "Per una rinnovata epifania della Bellezza: gli Artisti protagonisti dell’umanesimo cristiano".

Alle ore 12.30, prima di procedere alla consegna del premio delle Pontificie Accademie, assegnato quest’anno all'Associazione Amici della Musica "Fedele Fenaroli" di Lanciano, il Card. Poupard rivolge ai presenti il seguente discorso:

● DISCORSO DEL CARDINALE PAUL POUPARD

Eminenze ed Eccellenze Reverendissime,

Signori Ambasciatori,

Illustri Accademici,

Signore e Signori,

con grande gioia e con vivo piacere ho l'onore di accogliervi, a nome del Santo Padre Giovanni Paolo II, a questa V Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie riunite nell'intento di cooperare alla promozione di un nuovo umanesimo, radicato in Cristo Redentore e fecondato dalla Sua Grazia.

Questa occasione di incontro annuale risente del clima particolarmente suggestivo del Grande Giubileo del 2000, che ci coinvolge tutti e a tutti offre motivi ed occasioni di conversione, di rinnovamento e di nuovo slancio nell'impegno umano e cristiano.

Anche a causa dei numerosi e gravosi impegni relativi alla celebrazione dell'Anno Santo, Sua Santità Giovanni Paolo II non può essere presente a questa Pubblica Seduta delle Accademie Pontificie, ma ci assicura il Suo interesse e la Sua partecipazione alle iniziative che tutte le Accademie Pontificie hanno realizzato in quest'Anno Giubilare e a quelle che intendono mettere in opera nel prossimo anno per mantener fede al loro impegno e alla loro vocazione con generosità e continuità.

Negli ultimi anni, come testimoniano questi nostri incontri che si rinnovano da ormai cinque anni, il fervore e l'attività delle Pontificie Accademie sono andati crescendo e sviluppandosi, con risultati veramente apprezzabili. Ultimo passo della riforma delle stesse Accademie, il rinnovamento istituzionale della Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino e della Pontificia Accademia di Teologia sta producendo i suoi frutti, che si annunciano particolarmente ricchi e significativi, grazie all'impegno profuso dai nuovi Presidenti e Segretari.

Quest'anno la Seduta Pubblica è stata organizzata dalla Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon, presieduta egregiamente e con grande entusiasmo dal Prof. Vitaliano Tiberia, a cui va il mio più vivo ringraziamento per l'attività svolta come pure per il gentile saluto rivoltomi all'inizio di questa Seduta.

Il motivo ispiratore ed il tema di questo nostro incontro sono tratti dalla Lettera agli Artisti di Giovanni Paolo II, pubblicata il 4 aprile 1999, e che ho avuto l'onore di presentare nella Sala Stampa Vaticana il 23 aprile dello stesso anno.

La Lettera è indirizzata "a quanti con appassionata dedizione cercano nuove 'epifanie' della bellezza per farne dono al mondo nella creazione artistica".

In questa intestazione già leggiamo, in nuce, tutto il messaggio contenuto nella stesso documento. È un messaggio rivolto a tutti coloro che, sia come persone che come artisti, mossi dalla passione della ricerca della verità, vi si dedicano con tutte le loro energie ed i loro talenti, ne fanno lo scopo della loro esistenza. Viene alla mente la bella definizione che Giovanni Paolo II dà della persona umana nell'Enciclica Fides et ratio: "Si può definire l'uomo come colui che cerca la verità"(n.28).

La ricerca umana, dunque, non è fine a se stessa, si pone inizialmente obiettivi particolari, ma che possono e devono essere ricondotti ad un fine ultimo: la ricerca della verità. La verità che appare, si manifesta, si svela all'intelligenza umana non ripiegata su se stessa, ma aperta anche al trascendente, al mistero della vita e al mistero di Dio, è una verità "bella", affascinante, che suscita emozione nell'animo umano e lo rende creativo, cioè capace di essere immagine del Creatore continuando l'opera della creazione, trasformando la materia, anzi trasfigurandola con la forza e la luce della verità scoperta nell'intimo e profondamente accolta in tutta la propria esistenza.

Non è un caso che Giovanni Paolo II ponga all'inizio della Lettera agli Artisti il versetto della Genesi che recita: "Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona" (Gn 1, 31).

La creazione artistica, quando è vissuta come autentica ricerca della verità e della bellezza, è profonda e attiva partecipazione al progetto creatore di Dio, consapevole adesione alla vocazione umana di essere "immagine e somiglianza" di Dio.

L'artista, ad immagine del Creatore, è allora chiamato alla generosità, alla disponibilità, a farsi testimone della Bellezza e a "farne dono al mondo", a quel mondo in cui la verità e la bellezza rischiano spesso di essere sopraffatte o dimenticate a causa della mediocrità e della violenza, dell'indifferenza e dell'ipocrisia che degradano l'animo umano.

Se la contemplazione della bellezza del volto di Cristo, splendore della gloria del Padre, ci conduce alla sua sorgente divina, siamo chiamati a tradurre e ad esprimere quella bellezza nelle nostre opere. "L'uomo esprime la verità del suo rapporto con Dio Creatore - afferma il Catechismo della Chiesa Cattolica - anche mediante la bellezza delle proprie opere artistiche. L'arte è una forma di espressione propriamente umana. Al di là dell'inclinazione a soddisfare le necessità vitali... essa è una sovrabbondanza gratuita della ricchezza interiore dell'essere umano" (n.2501). L'arte, poi, si qualifica come sacra quando riesce ad "evocare e glorificare, nella fede e nell'adorazione, il Mistero trascendente di Dio, Bellezza eccelsa di Verità e di Amore, apparsa in Cristo 'irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza'" (n. 2502).

L'artista cristiano diviene, così, un testimone e le sue opere sanno comunicare quella bellezza spirituale: "L'autentica arte sacra - prosegue il Catechismo della Chiesa Cattolica - conduce l'uomo all'adorazione, alla preghiera e all'amore di Dio Creatore e Salvatore, Santo e Santificatore" (n. 2502).

Egli, inoltre, ha coscienza di non essere il padrone della bellezza, la cui sorgente perenne è altrove, ma si sente al servizio della bellezza, facendosi umilmente e semplicemente comunicatore e diffusore di bellezza, come un diamante che riceve un raggio di luce e lo rifrange in tante direzioni con sfumature di colore sempre diverse.

L'artista cristiano è, dunque, uomo di contemplazione e di preghiera, che sa abbandonarsi al soffio dello Spirito, che si lascia ispirare da Lui per dare forme nuove e originali alla materia, per imprimere linfa vitale e profondità interiore alle parole come ai suoni, per rendere diafani e trasparenti le immagini ed i colori affinché ogni forma, ogni opera rimandi alla Bellezza originaria e alla sua Sorgente eterna.

Il Pontefice, proprio per valorizzare tale importantissimo e delicato compito degli artisti, manifesta con grande chiarezza la disponibilità della Chiesa nei loro confronti: "La Chiesa ha bisogno dell'arte. Essa deve, infatti, rendere percepibile e, anzi, per quanto possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell'invisibile, di Dio... La Chiesa ha bisogno, in particolare, di chi sappia realizzare tutto ciò sul piano letterario e figurativo...ha bisogno dei musicisti... degli architetti... La Chiesa, dunque, ha bisogno dell'arte" (nn.12-13).

A conclusione della Lettera, il Santo Padre rivolge un accorato appello agli Artisti, confermando loro il Suo incoraggiamento: "Mi rivolgo a Voi, artisti del mondo intero, per confermarvi la mia stima e per contribuire al riannodarsi di una più proficua cooperazione tra l'arte e la Chiesa....Faccio appello specialmente a voi, artisti cristiani - prosegue Giovanni Paolo II - a ciascuno di voi vorrei ricordare che l'alleanza stretta da sempre tra Vangelo e arte, al di là delle esigenze funzionali, implica l'invito a penetrare con intuizione creativa nel mistero del Dio incarnato e, al contempo, nel mistero dell'uomo" (n. 14).

Oggi questo appello viene rivolto a Voi in particolare, illustri Accademici, chiamati singolarmente a contribuire con le vostre opere ed il vostro talento ad una rinnovata epifania della Bellezza, ad essere protagonisti di un nuovo umanesimo cristiano attraverso il quale il Vangelo possa giungere ad ogni uomo, e ad ogni cultura, per illuminare il suo cammino e la sua ricerca e rispondere alla nostalgia di bellezza e di verità che abita l'animo umano.

A tal proposito, mi piace riportare un brano del Documento Per una Pastorale della Cultura, pubblicato dal Pontificio Consiglio della Cultura il 23 maggio 1999: "In una cultura contrassegnata dal primato dell'avere, dall'ossessione della soddisfazione immediata, dall'attrattiva del guadagno, dalla ricerca del profitto, è sorprendente constatare non solo la permanenza, ma anche lo sviluppo di un certo interesse per il bello. Le forme, che rivestono tale interesse, sembrano esprimere l'aspirazione che rimane e, perfino si rafforza, ad un'"altra cosa" che incanta l'esistenza e, fors'anche, la apre e la porta al di là di se stessa" (n.17). In quello stesso Documento esprimiamo l'auspicio di una rinnovata e feconda collaborazione con gli artisti: "Un rapporto di fiducia con gli artisti, fatto di ascolto e di cooperazione, permette di valorizzare tutto ciò che educa l'uomo e lo eleva ad un superiore livello di umanità, mediante una partecipazione più intensa al mistero di Dio, somma bellezza e suprema bontà" (n.36).

Illustri Accademici, carissimi amici, mi auguro che l'incontro di oggi rafforzi i nostri propositi e ci spinga ad una sempre maggiore collaborazione in campo culturale ed artistico, per offrire alla Chiesa e al mondo occasioni di conversione alla bellezza della verità che risplende sul volto di Cristo.

Ciò detto, mi è particolarmente gradito consegnare, a nome del Santo Padre, il Premio delle Pontificie Accademie per l'anno 2000.

La Pontificia Insigne Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon ha avuto il compito di proporre il bando di concorso a tutte le classi di artisti, per valorizzare coloro che contribuiscono, con il loro impegno, all'umanesimo cristiano.

Dopo aver raccolto il giudizio del Consiglio di Coordinamento fra le Accademie Pontificie, Sua Santità Giovanni Paolo II ha deciso di attribuire il Premio delle Pontificie Accademie ad una benemerita Istituzione che opera, esattamente da trent'anni, nel campo della formazione musicale, l'Associazione Amici della Musica "Fedele Fenaroli" di Lanciano, soprattutto per l'opera che svolge a favore dei giovani, provenienti da diversi Paesi, a cui viene offerta l'opportunità di frequentare i corsi di musica e di partecipare a significativi eventi musicali.

Ha ritenuto, inoltre, di assegnare la Medaglia del Pontificato al Signor Tobias Kammerer, proveniente dalla Germania, autore di artistiche vetrate, fra cui un particolare "tondo" con la raffigurazione dell'Annunciazione.

Prima di consegnare il Premio delle Accademie Pontificie alla Signora Filomena Di Renzo, Presidente dell'Associazione Amici della Musica di Lanciano, a cui va il mio personale augurio e l'incoraggiamento ad un sempre più proficuo impegno culturale ed artistico, vorrei, infine, ringraziare il Prof. Vitaliano Tiberia che, con i suoi Accademici, ha organizzato questa V Seduta Pubblica ed il Maestro Mons. Giuseppe Liberto, con la Cappella Musicale Pontificia, per averci offerto momenti di grande suggestione attraverso i brani musicali eseguiti quest'oggi.

Sono, infine, lieto di trasmettere ad ognuno di voi e ai vostri cari la speciale Benedizione Apostolica, che il Santo Padre concede con particolare affetto, implorando su ciascuno l'abbondanza delle grazie divine.

[02224-01.01] [Testo originale: Italiano]