Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


VISITA UFFICIALE A PAPA GIOVANNI PAOLO II E ALLA CHIESA DI ROMA DEL PATRIARCA SUPREMO E CATHOLICOS DI TUTTI GLI ARMENI, KAREKIN II, 07.11.2000


VISITA UFFICIALE A PAPA GIOVANNI PAOLO II E ALLA CHIESA DI ROMA DEL PATRIARCA SUPREMO E CATHOLICOS DI TUTTI GLI ARMENI, KAREKIN II

PROGRAMMA DELLA VISITA

SEGUITO DEL CATHOLICOS

CENNI BIOGRAFICI DEL CATHOLICOS KAREKIN II

DOSSIER

Dall’8 all’11 novembre 2000 avrà luogo una visita ufficiale a Papa Giovanni Paolo II e alla Chiesa di Roma del nuovo Catholicos di tutti gli Armeni. Già Arcivescovo di Erevan e Vicario Patriarcale della Diocesi di Ararat, il Catholicos Karekin II, succeduto a Sua Santità Karekin I Sarkissian, ha iniziato solennemente il suo ministero alla Sede di Etchmiadzin nel novembre dello scorso anno. Era presente all’evento una delegazione inviata dal Santo Padre e guidata dal Cardinale Edward Idris Cassidy, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani.
Le relazioni tra le sedi di Roma e di Etchmiadzin sono state scandite da importanti occasioni ufficiali di contatto. L’attuale visita ha luogo dopo quella del Catholicos Vasken a Papa Paolo VI, conclusa il 12 maggio 1970 con la firma di una Dichiarazione comune, e dopo le visite del compianto Catholicos Karekin I, nel dicembre del 1996 e nel marzo del1999, alcuni mesi prima della sua morte.

PROGRAMMA DELLA VISITA

8 NOVEMBRE 2000

ore 14.45

Arrivo del Catholicos all’Aeroporto Leonardo da Vinci con aereo speciale da Amsterdam.

Trasferimento alla residenza Domus Sanctae Marthae in Vaticano.

ore 19.00 c.

Accoglienza da parte dell’Em.mo Card. Edward I. Cassidy, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, presso la Domus Sanctae Marthae.

9 NOVEMBRE 2000

ore 9.00

Visita e sosta di preghiera alla Patriarcale Basilica Vaticana.

ore 9.45

Visita privata alla "Mostra di Manoscritti della Bibbia" presso il Palazzo della Cancelleria.

ore 11.15

Incontro con la Comunità armena cattolica presso il Pontificio Collegio Armeno.

ore 18.00

Incontro con Giovanni Paolo II.

ore 18.30

L’Incontro è esteso alla Delegazione e al gruppo di rappresentanti armeni giunti a Roma per la circostanza.

Cena in onore del Catholicos offerta dal Pontificio Consiglio per la promozione dell’Unità dei Cristiani, presso la Domus Sanctae Marthae.

10 NOVEMBRE 2000

ore 11.30

Basilica Vaticana. Celebrazione ecumenica presieduta dal Santo Padre durante la quale è rimessa al Catholicos una reliquia di San Gregorio l’Illuminatore, Protettore dell’ Armenia.

ore 13.30

Colazione del Santo Padre con il Catholicos.

ore 16.30

Visita all’Ambasciata d’Armenia presso la Santa Sede.

ore 18.00

Visita alla Comunità di Sant’Egidio.

11 NOVEMBRE 2000

ore 9.00

Visite alla Basilica di San Giovanni, San Paolo e Santa Maria Maggiore.

Partecipazione alla Giornata di Studi: "La formazione di una tradizione millenaria: 1700 anni di testimonianza cristiana armena (301-2001)"; convocata dal Pontificio Istituto Orientale.

ore 16.00

Sua Santità Karekin II è ricevuto al Pontificio Istituto Orientale , nel quadro della "Giornata di Studi".

ore 18.30

Conclusione della Visita al Santo Padre e alla Chiesa di Roma del Catholicos-Patriarca supremo di tutti gli Armeni, Karekin II.

[02208-01.02]

SEGUITO DEL CATHOLICOS

Il seguito di Sua Santità Karekin II, Patriarca Supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, sarà così composto:

○ Il Ministro degli Affari Religiosi dell’Armenia, S.E. il Signor Razmig Margosian, accompagnerà il Catholicos nella visita.

 ○ Membri del seguito dall’Armenia:

S. E. l’Arcivescovo Barkev Martirossian, Primate di Artsakh;

S.E. l’Arcivescovo Grigoris Bounlatyan, Primate di Armavir;

S. E. il Vescovo Navasard Ktchoyan, Vicario Generale della Diocesi patriarcale di Ararat;

S.E. il Vescovo Yeznik Petrossian, Segretario Generale del Dipartimento per le Relazioni Interecclesiali;

S. E. l’Arcivescovo Mesrob Ashjian;

Rev.mo P. Mikael Achabahian, Locum tenens della Diocesi di Shirak.

 

 ○ Membri del seguito dal Nord America:

S.E. l’Arcivescovo Vatche Hovsepian, Primate della Diocesi Occidentale della Chiesa Armena;

S.E. l’Arcivescovo Khajag Barsamian, Primate della Diocesi Orientale della Chiesa Armena;

S.E. l’Arcivescovo Hovnan Derderian, Primate della Diocesi del Canada.

 

Membri del seguito dal Sud America:

S.E. l’Arcivescovo Datev Karibian, Primate della Diocesi del Brasile;

S.E. l’Arcivescovo Kissag Mouradian, Primate della Diocesi dell’Argentina.

 

Membri del seguito dall’Europa:

S.E. l’Arcivescovo Mesrob Krikorian, Legato per l’Europa Centrale;

S.E. l’Arcivescovo Kude Nakashian, Primate di Parigi e Legato per l’Europa Occidentale;

S.E. l’Arcivescovo Vosgan Kalpakian, Primate e Legato per gli Armeni in Grecia.

 

Membri del seguito dall’Africa:

S.E. l’Arcivescovo Zaven Chinchinian, Primate di Egitto.

 

Membri del seguito dall’Australia:

S.E. l’Arcivescovo Aghan Baliozian, Primate di Australia.

 

○ Rev. P. Arshag Khachaderyan, Responsabile dell’Ufficio di Sua Santità;

Sig. Arshavir Kapujian, Direttore delle Pubbliche Relazioni di Etchmiadzin.

[02209-01.01]

CENNI BIOGRAFICI DEL CATHOLICOS KAREKIN II

Sua Santità Karekin II Catholicos di tutti gli Armeni nasce nel 1951 nel villaggio di Voskehat, nei pressi di Etchmiadzin, ed è battezzato con il nome di Ktrij Nersissian. Nel 1965 entra nel seminario di Etchmiadzin, dove conclude i suoi studi nel 1971. L’anno successivo ricopre l’incarico di professore nello stesso seminario. Ordinato diacono nel 1970, gli è poi conferita l’ordinazione sacerdotale nel 1972 e riceve il nome religioso di "Karekin".

Sua Santità Vasken I (Catholicos di tutti gli Armeni dal 1956 al 1994) lo invia successivamente a Vienna per intraprendere degli studi di teologia. Nel 1975 P. Nersissian si trasferisce in Germania, dove continua i suoi studi e si laurea presso l’Università di Bonn, svolgendo, nello stesso tempo, un ministero pastorale per la comunità armena del luogo. Dopo un breve soggiorno in Armenia, compie degli studi post-universitari presso l’Accademia di Zagorsk (Chiesa ortodossa russa), dove consegue il diploma nel 1979.

Nel marzo del 1980, è inviato presso la Diocesi patriarcale di Ararat, non lontana da Etchmiadzin, giurisdizione ecclesiastica armena con il maggior numero di fedeli, nel cui ambito si trova la capitale Yerevan. Il 23 ottobre 1983, Sua Santità Vasken I gli conferisce l’ordinazione episcopale per la stessa sede di Ararat, e nel novembre del 1992 muta il suo titolo in arcivescovo.

Negli ultimi dieci anni, l’Arcivescovo Nersissian ha svolto una funzione di primo piano nella vita religiosa, sociale e culturale dell’Armenia. Le missioni caritative da lui promosse hanno aiutato i fedeli nel loro impegno per ricostruire una società libera e dignitosa dalle rovine del terremoto del 1988, e per sanare il vuoto spirituale del periodo sovietico. Egli si è ampiamente servito dei mezzi di comunicazione sociale per diffondere il messaggio evangelico.

Alla morte del Catholicos Vasken I nell’aprile 1995, e nella procedura della successione che doveva condurre all’elezione di Karekin I (1995-1999), l’Assemblea ecclesiastica includeva anche l’Arcivescovo Nersissian tra i candidati alla successione.

Sua Santità Karekin I, a motivo del suo grave stato di salute, conferiva all’Arcivescovo Nersissian, nel novembre del 1998, la funzione di Vicario Generale della Sede di Etchmiadzin, incarico che egli ha ricoperto fino alla morte del Catholicos nel giugno del 1999.

Il 27 ottobre 1999, l’Arcivescovo Nersissian è eletto 132.mo Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni, ed assume il nome di Karekin II.

Sua Santità Karekin II è alla guida di 7 milioni di cristiani apostolici armeni, in Armenia e nella diaspora.

[Queste note biografiche sono state gentilmente fornite dall’Arcivescovo Khajag Barsamian, Primate della Diocesi Orientale della Chiesa Armena Apostolica.]

[02210-01.01]

DOSSIER

Storia della Chiesa armena apostolica

Nell’Anno 2001, la Chiesa armena celebrerà il XVII centenario del Battesimo dell’Armenia. La diffusione del cristianesimo in Armenia avvenne ad opera di San Gregorio Armeno, detto l’Illuminatore (circa 240-326). Secondo la tradizione, Gregorio fu condotto, in tenera età, a Cesarea di Cappadocia, dove fu allevato cristianamente. Entrato successivamente al servizio del Re armeno Tiridate III, questi lo fece imprigionare in una fossa tenebrosa, infestata da serpenti, quando Gregorio si oppose al culto pagano di Anahits e testimoniò pubblicamente la fede cristiana. A seguito di una sua miracolosa guarigione ad opera di Gregorio, il Re Tiridate, assieme alla sua corte, abbracciò il cristianesimo nel 301. Gregorio, ordinato vescovo a Cesarea nel 314, si dedicò con tutte le sue forze all’evangelizzazione dell’Armenia e alla guida della giovane Chiesa armena. Con gli Apostoli Bartolomeo e Taddeo, i quali, secondo la tradizione, furono i primi evangelizzatori presso il popolo armeno, San Gregorio l’Illuminatore è sempre stato venerato dalla Chiesa armena come il suo principale fondatore.

La monarchia armena era destinata a sparire ben presto dalla parte occidentale o bizantina del regno armeno; nella parte orientale del regno, essa fu soppressa nel 428 dal dominio persiano. Iniziavano così sette secoli di persecuzioni per mano dei persiani e degli arabi. Dopo aver costituito per secoli uno stato cuscinetto tra l’impero romano e l’impero persiano, il regno armeno era distrutto nell’XI secolo. Numerosi armeni si rifugiarono in Cilicia fondando un nuovo regno armeno. Il regno medievale di Cilicia, detto anche Piccola Armenia, con capitale Sis, mantenne la sua indipendenza fino al 1375. Durante questi secoli, gli armeni di Cicilia intrattennero relazioni con i crociati e i missionari della Chiesa latina. Non mancarono tentativi per ristabilire la comunione con Roma, particolarmente durante il Concilio di Firenze (1439). Dopo la caduta del regno di Cilicia, il popolo armeno si disperse e fu costretto a sopravvivere sotto il dominio di autorità straniere. In queste circostanze storiche, l’identità del popolo armeno fu preservata grazie alla sua lingua e alla sua fede cristiana. Negli sconvolgimenti e nelle tragedie che hanno contrassegnato la sua storia specialmente nel secolo XX, durante il quale esso è stato fatto oggetto di massacri e deportazioni, il popolo armeno si è mantenuto fedele alla fede apostolica, alla fede dei martiri e dei confessori.

I cristiani armeni oggi sono più di sette milioni. Essi sono presenti in Armenia (circa 2 milioni), in Russia (circa 2 milioni), in Georgia (circa 400.000), nel Medio Oriente (circa 500.000), in America Settentrionale (circa un milione), in America Meridionale (circa 150.000), in Europa (circa 400.000 fedeli in Francia), ed in altri paesi della diaspora.

Organizzazione della Chiesa armena apostolica

La Chiesa armena apostolica consta di due Catholicossati e di due Patriarcati. I Catholicossati, Etchmiadzin (Armenia) ed Antelias (Libano) godono di una autorità spirituale e sono il punto di riferimento delle comunità armene nel mondo. I due Patriarcati (Gerusalemme ed Istanbul) sono delle Chiese locali.

 - La Santa Sede di Etchmiadzin

Il maggior numero di cristiani armeni risiede nella Repubblica d’Armenia, la quale ha dichiarato nel 1991 la sua indipendenza dall’ex U.R.S.S. La città santa di Etchmiadzin, antica residenza del Catholicos, è situata nei pressi della capitale dell’Armenia, Yerevan. Il titolo tradizionale del Catholicos è Patriarca supremo e Catholicos di tutti gli Armeni. La caduta del Comunismo e le conseguenti trasformazioni del sistema politico, hanno largamente favorito la rinascita della Chiesa armena. In questi ultimi anni sono state fondate in Armenia nuove diocesi o nuove parrocchie.

- Il Catholicossato di Cilicia

La Sede di Cilicia va intesa quale continuazione storica del Catholicossato medievale di Sis. Con l’occupazione francese del Libano (1919-1921), essa fu trasferita dapprima in Siria e successivamente ad Antelias, nelle vicinanze di Beirut (1930). L’attuale Catholicos è Sua Santità Aram I Keshishian. Impegnato nel dialogo ecumenico, anche a livello del Consiglio Ecumenico delle Chiese di Ginevra di cui egli è uno dei presidenti, il Catholicos Aram ha compiuto una visita ufficiale a Giovanni Paolo II nel gennaio del 1997, assistendo tra l’altro alla Messa presieduta dal Santo Padre nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, il 25 gennaio 1997, a conclusione della Settimana di Preghiera per l’unità dei cristiani nella Diocesi di Roma.

Il Patriarcato armeno di Gerusalemme

L’origine di questo Patriarcato risale ai primi insediamenti di comunità armene in Terra Santa (secoli IV e V). Durante l’occupazione di Gerusalemme ad opera di Saladino, questi accordò al Patriarca armeno Abramo (1180-1191) importanti privilegi sui Luoghi Santi, successivamente confermati dall’Impero ottomano e dal Mandato britannico. Avviene così che, ancora oggi, il Patriarca armeno di Gerusalemme è uno dei tre Custodi di Terra Santa, con la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica. Il Patriarca armeno di Gerusalemme estende la sua giurisdizione alle comunità armene di Israele, Palestina e Giordania. L’attuale Patriarca è Sua Beatitudine Torkom II Manoogian.

- Il Patriarcato armeno di Costantinopoli [Istanbul]

Fondato nel 1461, questo Patriarcato ha svolto una funzione di primaria importanza nella storia della Chiesa armena per più di 350 anni. Il Patriarca armeno di Costantinopoli, nella sua qualità di capo del millet armeno dell’impero ottomano, rappresentava il suo popolo presso il Sultano e la sua corte. Gli anni 1915-1917 segnarono un periodo particolarmente doloroso per il Patriarcato di Costantinopoli, a causa di una terribile campagna di sterminio messa in atto ai danni dei suoi fedeli e che provocò la morte di più di un milione di armeni. L’attuale Patriarca di Istanbul è Sua Beatitudine Mesrob II Mutafyan.

Relazioni ecumeniche tra Etchmiadzin e Roma

La Chiesa armena accettò di inviare suoi osservatori al Concilio Vaticano II ed essi furono presenti sin dalla prima sessione conciliare. Le relazioni fraterne tra la Chiesa armena apostolica e la Chiesa cattolica sono andate sviluppandosi, diventando progressivamente più frequenti e approfondendosi. Dall’8 al 12 maggio 1970 ebbe luogo a Roma la storica visita del Catholicos Vasken I a Papa Paolo VI. Il Catholicos era accompagnato dai due Patriarchi di Gerusalemme, Yegische Derderian e di Istanbul Chernork Kaloustian. Il Catholicos ed il suo seguito erano accolti in Vaticano, negli appartamenti della Torre San Giovanni. Il 12 maggio 1970, Papa Paolo VI si recò a visitare il Catholicos nella sua residenza, offrendogli una reliquia di San Bartolomeo. Al termine del loro incontro, il Papa ed il Catholicos firmarono una Dichiarazione comune:

«Consapevoli dei loro doveri di pastori, [Papa Paolo VI ed il Catholicos Vasken I] invitano tutti i cristiani, e soprattutto quelli della Chiesa cattolica e della Chiesa armena apostolica, a rispondere con più grande fedeltà all’appello dello Spirito Santo, incitandoli ad una unità più profonda che adempirà la volontà del nostro comune Salvatore, e che renderà più fecondo il servizio dei cristiani al mondo.

Una tale unità potrà realizzarsi soltanto se tutti, pastori e fedeli, si adopereranno a conoscersi veramente, gli uni gli altri. A questo scopo, esortiamo i teologi a consacrarsi ad uno studio comune teso ad approfondire la loro conoscenza del mistero di nostro Signore Gesù Cristo e della Rivelazione che egli ha compiuto. Fedeli alla tradizione trasmessa dagli Apostoli e dai Padri, e consapevoli nel contempo delle esigenze di un mondo che cerca Dio nei nuovi sviluppi della nostra epoca, essi potranno aprire nuove strade che permetteranno di superare le divergenze ancora esistenti, e condurranno le loro Chiese ad una unità più perfetta nella professione della loro fede davanti al mondo. Da parte loro, il Papa ed il Catholicos si adopereranno a fare tutto il possibile per sostenere tali sforzi, benedicendoli con la loro benedizione di pastori.

Tuttavia, la ricerca stessa rischierebbe di rimanere sterile se non fosse radicata nell’insieme della vita di tutta la Chiesa. Per questo motivo essi auspicano lo sviluppo di una più stretta collaborazione in ogni sfera possibile della vita cristiana. La preghiera comune, il reciproco aiuto spirituale, gli sforzi congiunti in vista di pervenire ai dei principi di soluzione veramente cristiani ai problemi del mondo di oggi, saranno strumenti preziosi al servizio della ricerca di quella piena unità tanto anelata.» [Service d’Information del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, N. 11, 1970/III, p. 10. Traduzione dall’originale francese.]

La collaborazione auspicata dalla Dichiarazione comune di Papa Paolo VI e del Catholicos Vasken I, si è anche realizzata in occasione del terribile terremoto che ha colpito l’Armenia nel 1988. In stretto contatto con il Catholicossato di Etchmiadzin, la Chiesa cattolica si è adoperata a collaborare per alleviare le sofferenze delle vittime del sisma e a ricostruire il paese.

Come abbiamo già accennato sopra, Karekin I Sarkissian ha compiuto due visite a Roma.

Durante la prima visita (10-14 dicembre 1996), Papa Giovanni Paolo II ed il Catholicos Karekin I hanno firmato una Dichiarazione nella quale essi hanno proclamavano la loro fede comune in Gesù Cristo, auspicando per le loro Chiese «un dialogo più regolare e più profondo, in modo da giungere a un maggiore grado di reciproca comprensione, e al ristabilimento di una condivisione nella loro fede e nel loro servizio.» [Service d’Information del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, N. 94 (1997/I), pp. 33-37, Dichiarazione comune del 13 dicembre 1996, traduzione dell’originale inglese]

La seconda visita di Karekin I (23-26 marzo 1999), ha coinciso con l’inaugurazione di una mostra in Vaticano dedicata al tema: Roma – Armenia. In questo loro incontro, il Catholicos rivolgeva al Santo Padre le seguenti parole:

«Ringrazio il Signore per la profonda gioia che mi ha dato di incontrarLa personalmente, per la terza volta, durante la mia vita, e di riconfermare e promuovere quella fraternità che abbiamo avvertito, Lei ed io, sin dal nostro primo incontro.

La ringrazio di aver reso possibile il nostro ritrovarci malgrado le difficili condizioni di salute che affronto attualmente. La fraternità e la comunione superano tutte le barriere.

L’Armenia vive uno dei momenti più decisivi e nel contempo difficili della sua storia, a causa di problemi economici e politici, di conflitti regionali. Ma proprio in questi periodi le Chiese, particolarmente la Chiesa cattolica, e le nazioni amiche, sono chiamate a dare espressione tangibile alla loro solidarietà e alla loro sollecitudine per l’Armenia, la sua Chiesa e il suo Stato.» [Service d’Information del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, N. 102, 1999/IV, p. 225). Traduzione dall’originale francese]

La Chiesa armena cattolica

Nel 1742, Papa Benedetto XIV fondava un Patriarcato armeno cattolico a Bzommar (Libano). Comunità armene cattoliche, che risalgono a tale Unione, si trovano attualmente a Beirut (Libano) e ad Aleppo (Siria). In Armenia sono presenti alcune comunità armene cattoliche fondate all’epoca ottomana. Nel loro insieme, i fedeli armeni cattolici sarebbero attualmente 250.000. La loro autorità spirituale è Sua Beatitudine Nerses Bedros XIX Karmouni, Patriarca di Cilicia degli armeni cattolici, il quale sarà presente a Roma in occasione della prossima visita del Catholicos Karekin II.

n aspetto particolare della Visita del Catholicos Karekin II

La visita ufficiale al Santo Padre del Catholicos Karekin II comporterà un incontro privato (9 novembre), ed una celebrazione ecumenica nella Patriarcale Basilica Vaticana (10 novembre), durante la quale Papa Giovanni Paolo II rimetterà al Catholicos una reliquia del Protettore dell’Armenia, San Gregorio l’Illuminatore.

La reliquia è stata donata al Santo Padre, affinché Egli potesse rimetterla al Catholicos, dalle Suore del Convento di San Gregorio Armeno di Napoli, dove sono conservate le reliquie del Santo. Si tramanda infatti che alcune religiose greche o armene, costrette ad abbandonare il loro paese di origine, avessero recato con loro le reliquie del Santo. Nelle loro peregrinazioni in cerca di un luogo sicuro, le religiose si sarebbero stabilite a Napoli, in un antico monastero che fu poi dedicato a San Gregorio Armeno, e dove le reliquie del Santo sono venerate da secoli.

Il Santo Padre rimetterà la reliquia al Catholicos, custodita in un prezioso reliquiario dono dell’Arcivescovado di Napoli, con particolare solennità. Infatti essa è destinata alla cripta dell’erigenda cattedrale di Yerevan. Il sacro tempio sarà ultimato nel 2001, anno in cui si celebrerà appunto il XVII anniversario del Battesimo dell’Armenia. La sua edificazione è segno attorno al quale si concentrano le speranze del popolo fedele armeno.

La costruzione della cattedrale è stata possibile grazie alla generosità degli armeni sparsi nel mondo. Il Catholicos ha voluto diramare personalmente degli inviti ai notabili e benefattori della sua Chiesa affinché essi fossero presenti a Roma, assieme a lui, durante la cerimonia di consegna della reliquia da parte del Santo Padre.

Le celebrazioni centenarie del Battesimo dell’Armenia non riguardano soltanto la città santa di Etchmiadzin, ma si estendono all’antica e venerata Casa di Cilicia, ad Antelias, come pure ai due Patriarcati armeni di Gerusalemme ed Istanbul, e al Patriarcato di Cilicia degli armeni cattolici.

[02211-01.03]