Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL GIUBILEO MISSIONARIO, 13.10.2000


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL GIUBILEO MISSIONARIO

INTERVENTO DEL CARD. JOZEF TOMKO

INTERVENTO DI MONS. AMBROGIO SPREAFICO  

INTERVENTO DI MONS. BERNARD PRINCE  

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione del Giubileo Missionario.
Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Jozef Tomko, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; Mons. Ambrogio Spreafico, Rettore della Pontificia Università Urbaniana; Mons. Bernard Prince, Segretario Generale della Pontifica Opera per la Propagazione della Fede.
I relatori presentano i seguenti avvenimenti giubilari in occasione della Giornata Missionaria Mondiale 2000:

1) Messa della Giornata Missionaria Mondiale, presieduta da Giovanni Paolo II, Piazza San Pietro, domenica 22 ottobre 2000 alle ore 10;
2) Congresso Missionario Mondiale 2000, che si terrà dal 18 al 21 ottobre 2000 al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, sul tema "Gesù, Sorgente di Vita per tutti";
3) Congresso Missiologico Internazionale, che si terrà dal 17 al 20 ottobre 2000 presso l’Aula Magna dell’Università Urbaniana (Roma) sul tema "Chi dite che io sia? (Mt 16,15) - Risposte missiologiche e missionarie nel contesto delle religioni e delle culture".

Pubblichiamo di seguito gli interventi dei tre relatori:

INTERVENTO DEL CARD. JOZEF TOMKO

Perché un Giubileo Missionario?

"Celebrare 2000 anni dalla nascita di Gesù vuol dire celebrare anche la nascita della Missione" (Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale, N° 1).

Il Giubileo della Missione non poteva collocarsi al di fuori della Giornata Missionaria Mondiale. Non si tratta di rispettare una data di calendario, ma di celebrare un appuntamento annunciato, che nel giorno di Pentecoste dell'anno 2000 ha assunto tutto il valore della ecclesialità e dell'universalità.

Viene spontanea una domanda: ma occorre proprio un Giubileo per la Missione?

Ogni celebrazione giubilare si è svolta come memoria e profezia della Missione: il giubileo dei bambini, dei giovani, delle famiglie, dei malati, dei vescovi...sono state altrettante feste missionarie.

Per tutti, vale ricordare l'impegno di evangelizzazione che il S. Padre ha consegnato ai giovani: "Voi porterete l'annuncio di Cristo nel nuovo millennio...Il Papa vi accompagna con affetto e vi dice: Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo" (Giovanni Paolo II, 22 agosto 2000).

Non meno efficace il mandato dato ai vescovi del mondo per i quali ha scelto l'icona del Volto: "C'è stata affidata una parola viva, dobbiamo annunciarla con la vita prima che con la bocca...E' una parola che coincide con la persona di Cristo stesso, il "Verbo fatto carne": è dunque il volto di Cristo che dobbiamo mostrare agli uomini, la sua croce che dobbiamo annunciare, facendolo con il vigore dell'Apostolo Paolo" (Giovanni Paolo II - 8 ott. 2000).

Le celebrazioni giubilari hanno segnato il punto di non ritorno nell’impegno missionario del popolo di Dio e restano pietre miliari nel cammino della Chiesa che, iniziato nella Pentecoste, segnato spesso dal martirio, dura da 2000 anni.

Il Messaggio di Giovanni Paolo II per la Giornata Missionaria Mondiale 2000

Domenica prossima, 22 ottobre, ricorre la Giornata Missionaria Mondiale.

Da 74 anni la Chiesa celebra la Giornata della solidarietà universale che affida ai cristiani di tutto il mondo per sostenere l'azione missionaria della Chiesa con la preghiera, il sacrificio, i gesti di solidarietà.

Perché la Chiesa dedica tanti sforzi alla missione ad gentes? Per spirito di conquista territoriale, per il gusto dell’avventura, per una mania di grandezza o facile proselitismo?

Semplicemente perché ha ricevuto come ultima consegna dal suo stesso Fondatore il grande mandato: "Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo....ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo" (Mt 28, 19-20).

Qui sta il segreto di tanti eroismi che la missione suscita ancora oggi ed anche la spiegazione di tanti sacrifici fino al martirio, nel passato e oggi in misura ancor più crescente.

Nel giorno di Pentecoste 2000, secondo la tradizione, il S. Padre ha rivolto ai fedeli di tutto il mondo un messaggio che quest'anno assume un'importanza speciale perché la Giornata Missionaria Mondiale è "Giubileo".

a) Cristo al centro

In una società dove il frammento riesce a compromettere anche i valori più solidi, il S. Padre ribadisce il punto focale di ogni azione missionaria: "Cristo è il primo e il più grande missionario del Padre. Nata con l'incarnazione del Verbo la missione continua nel tempo attraverso l'annuncio e la testimonianza ecclesiale" (GMM N° l).

Come Cristiani avvertiamo prepotente la spinta ad andare incontro ai drammi dell'umanità. Siamo sensibili e coinvolti nei valori di pace, di giustizia, di rispetto dei diritti dell'umanità, ma l’impegno missionario, pur non rinunciando mai alla sua dimensione sociale, culturale e politica deve comunicare agli uomini la vita divina dalla quale la fede ci dice che deve fiorire la nuova cultura di giustizia, di pace, di verità, di amore: "La Chiesa, annunciando Gesù di Nazareth vero Dio e uomo perfetto, apre davanti ad ogni essere umano la prospettiva di essere ‘divinizzato’ e così diventare più uomo" (GMM N°5).

b) L’urgenza nuova

"Occorre venire incontro a questa inespressa invocazione del Vangelo che sale da tutte le parti del mondo" (GMM N° 5).

Il S. Padre scriveva queste parole prima ancora del Grande Giubileo dei giovani e tutti abbiamo potuto constatare come attraverso di loro questa domanda si è fatta evidente, incalzante e ha posto alla missione una sfida epocale.

Non si tratta di accomodare il Vangelo e di renderlo accettabile per non urtare le diverse sensibilità culturali, si tratta di incarnare il Vangelo nella ferialità della vita, annunciandolo con i segni e i linguaggi di ciascun popolo, si tratta di aprire ogni cultura alla verità che risplende in Cristo:. "Dobbiamo essere profondamente persuasi del fatto l’evangelizzazione costituisce anche un ottimo servizio reso all’umanità, in quanto la dispone a realizzare il progetto di Dio..." (GMM N° 5).

c) Il grazie della Chiesa

"Penso a tutti coloro che della missione fanno la ragione d'essere della propria esistenza... in nome della Chiesa li incoraggio e li ringrazio della loro generosità".

Il messaggio del S. Padre si pone sulla linea del Giubileo, del sentimento cioè di gioia e di gratitudine. Egli chiama per nome tutti gli evangelizzatori: i Vescovi, i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i laici e li rimette in missione. Ogni cristiano è un missionario perché la Chiesa è nata missionaria, ma il S. Padre riserva una "parola speciale" ai catechisti delle terre di missione, molte comunità ecclesiali esistono per l'azione missionaria dei catechisti.

Ma la gratitudine e l'incoraggiamento del S. Padre raggiunge tutti gli operatori della missione.

Oggi è più arduo annunciare il Vangelo, perché si tratta non solo di annunciarlo a chi non l'ha mai conosciuto, ma di riproporlo, in termini di novità e di salvezza a tanti cristiani che lo hanno rifiutato dopo averlo conosciuto. Si tratta di vincere il neopaganesimo e il materialismo della società dei consumi e di condurre a Dio uomini distratti e indifferenti. Ma Giovanni Paolo II ci dice che il cristiano in questo impegno non è mai solo: Cristo stesso è la nostra forza, Egli che rimane con noi ci aiuta a superare la sproporzione tra le forze umane e la grandezza della missione.

LA CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

Una responsabilità missionaria a 360°

Alla gioia e alla riconoscenza di questa Giornata partecipa in prima persona il Dicastero per la missione: La Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

Fedele al mandato del Signore Risorto, la Chiesa ha sempre annunciato il Vangelo ai popoli, ma tutti sappiamo che, a cominciare dal XVI secolo, quando la domanda di evangelizzazione divenne più ampia, la Chiesa volle creare veri e propri Organismi centrali per l'azione missionaria.

Nata nel 1622 con il nome di "Sacra Congregatio de propaganda fide" ha segnato, per secoli, il cammino missionario della Chiesa, divenendo lo strumento ordinario ed esclusivo del Santo Padre e della Santa Sede per l'esercizio di giurisdizione su tutte le missioni e la cooperazione missionaria.

Il nome è stato cambiato sotto Paolo VI, ma lo scopo è rimasto sempre l'evangelizzazione. Secondo la nuova Costituzione Apostolica Pastor Bonus, del 28 giugno 1988 "spetta alla Congregazione di dirigere e coordinare in tutto il mondo l'opera stessa dell'evangelizzazione dei popoli e la cooperazione missionaria." (art. 85).

La Congregazione, sin dalle sue origini, ha avuto un raggio di azione missionaria vastissimo: dall'America Latina, al Canada; dall'Africa del Nord, ai Paesi europei dove era in atto la Riforma; dalla giurisdizione sulle Chiese Orientali, all'impegno di seguire il nascere e il consolidarsi degli Istituti Religiosi maschili e femminili a carattere missionario o nei territori di diritto missionario.

La Congregazione dunque "dirige e coordina" (PB N° 85 ) nel rispetto delle culture e nella complessità delle situazioni politiche, secondo l'indicazione dell'Istruzione del 1659 che precorre di secoli l'attuale processo di inculturazione.

Quando una Comunità ha raggiunto un grado discreto di maturità, cessa di dipendere dalla Congregazione e passa alla giurisdizione ordinaria, ma il raggio di azione missionaria della Congregazione non si riduce, si sposta ad altri territori da evangelizzare e alle numerose strutture di formazione missionaria, iniziale e permanente.

Una competenza che si rinnova

La competenza oggi si estende a quei popoli o gruppi che non hanno ancora ricevuto l’annuncio del Vangelo. Essi sono raggruppati soprattutto in Asia, Africa e Oceania, ma esistono ancora grandi sacche in America Latina (74 diocesi) e in America del Nord (8 diocesi in Canada, una in Alaska). In Europa vi sono rimaste ancora 12 diocesi, tutte nei Balcani, salvo una.

Questi sono i "territori di missione" (PB N° 89), nei quali "Propaganda Fide" come viene con un certo affetto chiamata ancora oggi, provvede all' erezione di circoscrizioni ecclesiastiche, ossia alla creazione di nuove chiese particolari, a preparare le nomine dei Vescovi, a curare la formazione del clero secolare e dei catechisti, a organizzare l'adeguata distribuzione dei missionari, a sostenere le opere missionarie nel campo dell'educazione, della salute e della promozione umana.

Ai cosiddetti "territori di missione", si aggiungono ora vari gruppi degli appartenenti ad altre religioni che, per ragioni di lavoro, prendono ormai residenza nei territori di chiese stabilite o di antica cristianità. Così la missione specifica "ad gentes" bussa alle nostre porte, anzi entra nelle nostre case.

Inoltre, fra gli ambiti della missione ad gentes, Giovanni Paolo II ha anche indicato nell' enciclica Redemptoris Missio: mondi e fenomeni sociali nuovi, aree culturali o areopaghi moderni, i giovani, gli emigranti, i rifugiati, il mondo della comunicazione, i diritti dell’uomo e dei popoli, la salvaguardia del creato.

Questi nuovi segni dei tempi, di portata sempre più complessa, non sfuggono all'attenzione e all’ansia missionaria della Congregazione.

La lunga marcia della Missione

Il Giubileo che celebriamo è memoria di quanto lo Spirito ha fatto nella Chiesa, ma anche di quello che la Congregazione, con l'aiuto dello Spirito, sta compiendo anche oggi.

Viene spontaneo domandarci: qual è stato della missione ad gentes nell'Anno del Grande Giubileo?

La popolazione del nostro pianeta, nell'ottobre del 1999, ha raggiunto il record dei 6 miliardi, il numero dei cattolici è attualmente di un miliardo e quello di tutti i cristiani raggiunge quasi due miliardi (cattolici 1.047.000.000 - altri cristiani 928.000.000 - Totale 1.975.000.000 - Ag. FIDES).

Il campo della missione resta incommensurabile. Si può dire che due terzi dell'umanità non conoscono ancora Gesù Cristo in termini di fede: ce lo ricorda Giovanni Paolo II: "La missione di Cristo Redentore, affidata alla Chiesa, è ancora ben lontana dal suo compimento. Al termine del secondo millennio della sua venuta...tale missione è ancora agli inizi..." (RM 1).

E ciò risulta vero se consideriamo la crescita annuale dei fedeli della Chiesa cattolica, in rapporto al forte aumento demografico dei popoli non cristiani.

La percentuale dei cattolici negli ultimi decenni era in leggerissimo calo, ma ora riprende a salire.

Nonostante tutto, i segni di crescita sono tangibili e lo rilevano alcuni dati: dal 1985 fino ad oggi il numero delle Circoscrizioni missionarie è cresciuto da 877 a 1.053, con un aumento di quasi il 18% in soli 15 anni. Questo nonostante che alcune diocesi, ormai consolidate, siano passate allo "ius comune" e alla competenza della Congregazione per i Vescovi.

Ogni nuova diocesi o circoscrizione diventa, normalmente, campo di una nuova vitalità evangelizzatrice. Il tasso di missionarietà sembra il dono più bello dello Spirito alle chiese giovani.

Ancor più considerevole è l'aumento dei seminaristi diocesani e dei seminari.

La Congregazione segue da Vicino l'aumento numerico dei seminaristi perche sussidia i loro studi, si prende in carica la costruzione dei seminari, prepara i formatori.

Questo settore offre senza dubbio un grande segno di speranza, anche se pone la sfida della qualità.

E non è il solo. Anche la vita consacrata conosce una notevole fioritura di vocazioni femminili e maschili.

1974-1975

1984-1985

1996-1997

Seminari maggiori

99

209

341

Seminari minori

397

466

577

Seminaristi maggiori

8,562

16,387

28,782

Seminaristi minori

35,42

45,653

54,341

Il mondo missionario è presente a Roma con cinque collegi: Collegio Urbano con 130 seminaristi, Collegio San Pietro e San Paolo con 340 sacerdoti provenienti dai territori missionari, per studi superiori, il Foyer Paolo VI per la formazione di 80 religiose di diverse Congregazioni e il Collegio "Mater Ecclesiae" per i catechisti.

Gli operatori apostolici nelle missioni sono in tutto quasi 600.000:1.100 vescovi, 51.000 sacerdoti, 126.000 religiose, 83.000 seminaristi maggiori e minori, 13.000 fratelli, oltre tanti laici e volontari.

Due coordinate dell’azione missionaria

Nella plurisecolare storia di Propaganda Fide, un'attività cui la Congregazione diede importanza fin dagli inizi, fu quella culturale e scientifica. Di essa la principale espressione è l'Università Urbaniana con più di 1000 studenti provenienti da tutto il mondo e con discipline missiologiche e speciali Corsi di formazione.

La formazione iniziale e permanente rimane una preoccupazione costante della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli.

L'Università permette quel lavoro di ricerca e di approfondimento che qualifica l'azione missionaria e consente il dialogo con il mondo moderno.

Nella settimana prossima l'Università Urbaniana organizza il Congresso Missiologico internazionale e in quella sede sarà presentata, come primizia, l'Associazione Cattolica Internazionale di Missiologia.

Presenterà l'avvenimento Mons. Ambrogio Spreafico, Rettore dell'Università Urbaniana.

Le Pontificie Opere Missionarie rappresentano la coordinata della popolarità, permettono alla missione di entrare nella vita di ogni giorno, di rendere protagonista il popolo di Dio, dai bambini ai giovani; dagli adulti, agli anziani; con la preghiera, il sacrificio e i gesti di solidarietà

A carico delle Pontificie Opere è il Congresso Internazionale Missionario, sintesi dell'azione missionaria quotidiana nelle Chiese locali, per la Chiesa Universale.

Di questo parlerà ampiamente Mons. Bernard Prince, Segretario Generale dell'Opera della Propagazione della Fede.

[02040-01.02] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI MONS. AMBROGIO SPREAFICO

"Chi dite che io sia?" (Mt 16,15). Risposte missiologiche e missionarie nel contesto delle religioni e delle culture

Il Congresso Internazionale Missiologico, organizzato dalla Pontificia Università Urbaniana, si inserisce a pieno titolo all’interno della riflessione teologica del Grande Giubielo dell’Anno 2000, in cui ogni cristiano è chiamato a concentrare la sua attenzione sul mistero dell’incarnazione di Cristo, figlio di Dio, e sul valore salvifico di Gesù Cristo. "Cristo, Redentore del mondo, è l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini e non vi è altro nome sotto il cielo nel quale possiamo essere salvati (cf. At 4,12).", afferma Giovanni Paolo II nelle prime pagine della Tertio millennio adveniente (n. 4). Perché questo Congresso con questo titolo e perché all’Urbaniana?

Proprio l’affermazione appena ascoltata, che fa parte del patrimonio bimillenario della fede cristiana, è diventata da alcuni anni ormai oggetto di discussione soprattutto là dove il cristianesimo è venuto a contatto in maniera più forte con le grandi religioni mondiali (in Asia, particolarmente in India) o dove l’inculturazione del Vangelo ha sottolineato l’esigenza di riconsiderare il contenuto delle fede all’interno dei nuovi contesti (America Latina e Africa). Sono state così elaborate nuove cristologie, che non sempre sono in consonanza con l’insegnamento della Chiesa cattolica.

Il Congresso rientra nella ricerca specifica dell’Università Urbaniana, che accoglie studenti provenienti da ogni parte del mondo, ma soprattutto da quei paesi dell’Asia e dell’Africa dove le tematiche cristologiche sono oggi molto dibattute. Inoltre l’Urbaniana sviluppa in tutte le Facoltà, ma soprattutto in quella di Missiologia completamente ristrutturata, proprio la ricerca sulle religioni e sul loro rapporto con il cristianesimo. Già da due anni cogliemmo come indispensabile concentrare parte della nostra ricerca sul problema della singolarità e unicità di Gesù Cristo e sulla conseguente pretesa cristiana di universalità, tematiche che saranno oggetto delle prime due relazioni introduttive a tutto il congresso, tenute da Sua Eccellenza Mons. Walter Kasper e dal Prof. Claude Geffré dell’Istituto Cattolico di Parigi. Ad esse seguiranno delle sessioni continentali, Asia, Africa e America Latina. In esse i due temi saranno ripresi tenendo conto delle risposte via via date all’interno della riflessione teologica specifica. I relatori rappresentano le diverse voci del dibattito teologico ora in corso nelle varie aree geografiche. In conclusione la relazione del Prof. Marcello Bordoni tenterà una sintesi teologica, che vuole confrontare le risposte emergenti dal dibattito attuale con la tradizione teologica e magisteriale della Chiesa. Nella sessione finale un dibattito a più voci cercherà di raccogliere i risultati dei lavori. È evidente che la recente dichiarazione Dominus Iesus, che tocca proprio il tema del Congresso, non potrà non essere un punto di riferimento essenziale.

Il Congresso offre ancora due particolarità: - ha un carattere ecumenico; ci sono infatti due relatori protestanti (Gerald Anderson e John Mbiti); - ci saranno due tipi di gruppi di studio. Il primo sarà ristretto ai soli docenti e sarà chiuso, per favorire il dibattito sui tempi proposti. Il secondo sarà esteso a tutti gli altri partecipanti. Nel programma non sono indicate le presidenze delle singole sessioni, che sono state affidate a cardinali e vescovi dei vari dicasteri della curia romana. Essi sono: Sua Ecc. J. Saraiva Martins, Sua Ecc. Marcello Zago, Sua Em. Francis Arinze, Sua Ecc. Jorge Mejia, Sua Ecc. Zenon Grocholewski.

Il Congresso ha ottenuto una grande accoglienza nel mondo scientifico internazionale. Abbiamo già avuto, senza contare i docenti dell’Università e degli Atenei romani, circa 270 adesioni di docenti di vari istituti teologici dai diversi paesi del mondo, insieme a numerosi direttori di riviste missiologiche. Si tratta di un numero difficilmente raggiungibile in un Congresso di questo tipo, superiore ad ogni realistica aspettativa.

[02041-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI MONS. BERNARD PRINCE

Congresso Mondiale Missionario

Così come ci sono voluti tre anni di preparazione per il Grande Giubileo, anche per il Congresso Mondiale Missionario, il Comitato organizzativo decise per una preparazione di lungo termine. All’invito della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, il Comitato intraprese la preparazione di una serie di sussidi (in seguito raccolti in un volume pubblicato in cinque lingue). I sussidi si basano sulle feste più importanti dell’anno liturgico ad uso delle diocesi, parrocchie, ecc., per riaccendere l’importanza della missione affidata alla Sua Chiesa da Cristo: "portare il Vangelo fino ai confini del mondo". L’anno del Giubileo, che noi rievochiamo costantemente, è per celebrare il primo missionario: il Salvatore mandato dal Padre 2000 anni fa. Fu in questo contesto che il Comitato scelse il tema per l’anno di preparazione e per il Congresso stesso: "Gesù Sorgente di vita per tutti". I documenti preliminari sono serviti come documenti base per preparare alcuni congressi missionari nazionali e diocesani, e per l’animazione missionaria in congregazioni religiose, scuole, ecc. Questi documenti, già disponibili in cinque lingue, furono anche tradotti in diversi idiomi locali.

Nel Congresso che si terrà a Roma, per necessità, si è dovuto limitare il numero di partecipanti. Una quota è stata assegnata ai singoli Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie in tutto il mondo, con il risultato che sono state inscritte 1200 persone, tra le quali ci sono 47 vescovi e più 300 preti.

Come già menzionato, il proposito del Congresso è di riaccendere una crescente presa di coscienza della dimensione della missione della Chiesa, e non solamente la necessità di portare il Vangelo dove non è ancora stato ricevuto, ma specialmente per approfondire l’impegno nella fede di tutti i Cattolici. Il Congresso nasce in risposta alla chiamata del Santo Padre - il più importante missionario di oggi -: l’appello a continuare il lavoro di Cristo proclamando la Buona Novella salvifica attraverso le nostre energie vitali, le parole e le azioni.

Un teologo, Mons. Bruno Forte e una specialista in Scritture, suor Maria Ko, tratteranno i principali temi del Congresso: "L’annuncio di Gesù, il Salvatore; Consacrato nello Spirito, Il Dono d’amore del Padre". Le sessioni pomeridiane varieranno con molte applicazioni pratiche di come fare animazione missionaria nei cinque continenti del mondo.

I partecipanti faranno il loro pellegrinaggio del Giubileo nel pomeriggio di venerdì 20 ottobre:

-A San Paolo Fuori dalle Mura, per i partecipanti di lingua inglese.

-A San Giovanni in Laterano, per i partecipanti di lingua francese.

-A Santa Maria Maggiore, per i partecipanti di lingua spagnola.

All’apertura ufficiale del Congresso da parte di Sua Eminenza il Cardinale Jozef Tomko, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, la sera di mercoledì 17 ottobre al Centro Mariapoli di Castel Gandolfo, seguirà un programma di preghiera con canti e danze di gruppi rappresentativi dei cinque continenti. Il Congresso terminerà la mattina di domenica 22 ottobre, in Piazza San Pietro, dove vari gruppi impartiranno messaggi missionari con coreografie e canti, prima della solenne Liturgia della 74ª Domenica delle Missioni che sarà celebrata dal Santo Padre. Alla fine della Messa, Sua Santità darà ai partecipanti del Congresso e ai presenti un mandato missionario. Simbolicamente, le 112 nazioni presenti al Congresso porteranno un po’ di terra dai loro paesi, nella quale il Santo Padre pianterà un piccolo albero d’ulivo, simbolo di pace e di fratellanza che Gesù, Sorgente di vita per tutti, venne a portare al mondo!

[02039-01.03] [Testo originale: Italiano]