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CAPPELLA PAPALE PER LA CANONIZZAZIONE DI 123 BEATI, 01.10.2000


Alle ore 10 di questa mattina, XXVI Domenica "per annum", il Santo Padre Giovanni Paolo II celebra l’Eucaristia sul sagrato della Patriarcale Basilica Vaticana e procede alla Canonizzazione dei Beati: AGOSTINO ZHAO RONG (1815), presbitero, e 119 COMPAGNI, martiri in Cina (1648-1930); MARÍA JOSEFA DEL CORAZÓN DE JESÚS SANCHO DE GUERRA (1842-1912), vergine, fondatrice dell'Istituto delle Serve di Gesù della Carità; KATHARINE DREXEL (1858-1955), vergine, fondatrice della Congregazione delle Suore del SS.mo Sacramento per gli Indiani e la Gente di Colore; GIUSEPPINA BAKHITA (1869-1947), vergine, dell'Istituto delle Figlie della Carità, Canossiane.
Pubblichiamo di seguito il testo dell’Omelia che il Papa pronuncia nel corso del solenne rito di canonizzazione:

● OMELIA DEL SANTO PADRE

1. "La tua parola è verità: consacraci nel tuo amore" (Canto al Vangelo: cfr Gv 17,17). Questa invocazione, eco della preghiera che Cristo rivolse al Padre dopo l'Ultima Cena, sembra salire dalla schiera di santi e beati, che lo Spirito di Dio, di generazione in generazione, va suscitando nella sua Chiesa.

A duemila anni dall'inizio della Redenzione, oggi facciamo nostre quelle parole, mentre abbiamo dinanzi, quali modelli di santità, Agostino Zhao Rong e i 119 compagni, Martiri in Cina, María Josefa del Corazón de Jesús Sancho de Guerra, Katharine Mary Drexel e Giuseppina Bakhita. Dio Padre li ha "consacrati nel suo amore", esaudendo la domanda del Figlio, che per acquistargli un popolo santo ha steso le braccia sulla croce e morendo ha distrutto la morte e proclamato la risurrezione (cfr Pregh. eucar. II, Prefazio).

A tutti voi, cari Fratelli e Sorelle, qui convenuti numerosi per esprimere la vostra devozione verso questi luminosi testimoni del Vangelo, rivolgo il mio cordiale saluto.

2. "I precetti del Signore danno gioia" (Sal. resp.) Queste parole del Salmo responsoriale ben rispecchiano l’esperienza di Agostino Zhao Rong e dei 119 compagni, Martiri in Cina. Le testimonianze che ci sono giunte lasciano intravedere in loro uno stato d’animo improntato a profonda serenità e gioia.

La Chiesa è oggi grata al suo Signore, che la benedice e la inonda di luce con il fulgore della santità di questi figli e figlie della Cina. Non è forse l'Anno Santo il momento più opportuno per far risplendere la loro eroica testimonianza? La giovinetta Anna Wang, quattordicenne, resiste alle minacce del carnefice che la invita ad apostatare e, disponendosi alla decapitazione, con il viso raggiante, dichiara: "La porta del Cielo è aperta a tutti" e mormora per tre volte "Gesù". E il diciottenne Chi Zhuzi, a coloro che gli hanno appena tagliato il braccio destro e si preparano a scorticarlo vivo, grida impavido: "Ogni pezzo della mia carne, ogni goccia del mio sangue vi ripeteranno che io sono cristiano".

Uguale convinzione e gioia hanno testimoniato gli altri 85 cinesi, uomini e donne di ogni età e condizione, sacerdoti, religiose e laici, che hanno suggellato la propria indefettibile fedeltà a Cristo e alla Chiesa con il dono della vita. Ciò è avvenuto nell'arco di vari secoli e in complesse e difficili epoche della storia della Cina. La presente celebrazione non è il momento opportuno per formulare giudizi su quei periodi storici: lo si potrà e lo si dovrà fare in altra sede. Oggi, con questa solenne proclamazione di santità, la Chiesa intende soltanto riconoscere che quei Martiri sono un esempio di coraggio e di coerenza per tutti noi e fanno onore al nobile popolo cinese.

In questa schiera di Martiri risplendono anche 33 missionari e missionarie, che lasciarono la loro terra e cercarono di introdursi nella realtà cinese, assumendone con amore le caratteristiche, nel desiderio di annunciare Cristo e di servire quel popolo. Le loro tombe sono là, quasi a significare la loro definitiva appartenenza alla Cina, che essi, pur con i loro limiti umani, hanno sinceramente amato, spendendo per essa le loro energie. "Noi non abbiamo mai fatto del male a nessuno – risponde il vescovo Francesco Fogolla al governatore che si appresta a colpirlo con la propria spada -. Al contrario, abbiamo fatto del bene a molti".

(Traduzione italiana della frase in lingua cinese)

[Dio fa scendere felicità]

3. Tanto la primera lectura como el evangelio de la liturgia de hoy nos hacen ver que el Espíritu sopla donde quiere, y que Dios, en todos los tiempos, elige personas para manifestar su amor a los hombres y suscita instituciones llamadas a ser instrumentos privilegiados de su acción. Así sucede con Santa María Josefa del Corazón de Jesús Sancho Guerra, fundadora de las Siervas de Jesús de la Caridad.

En la vida de la nueva Santa, primera vasca en ser canonizada, se manifiesta de modo singular la acción del Espíritu. Éste la guió al servicio de los enfermos y la preparó para ser Madre de una nueva familia religiosa.

Santa María Josefa vivió su vocación como apóstol auténtico en el campo de la salud, pues su estilo asistencial buscaba conjugar la atención material con la espiritual, procurando por todos los medios la salvación de las almas. A pesar de estar enferma los últimos doce años de su vida, no ahorró esfuerzos ni sufrimientos, y se entregó sin límites al servicio caritativo del enfermo en un clima de espíritu contemplativo, recordando que "la asistencia no consiste sólo en dar las medicinas y los alimentos al enfermo; hay otra clase de asistencia…, y es la del corazón, procurando acomodarse a la persona que sufre".

(testo in lingua basca)

María Josefa del Corazón de Jesus santuaren eredu eta bitartekotasunak Euskal Herriari bortizkeria betiko desagertarazten lagun diezaioten, eta Euskadi lurralde bedeinkatu bat eta elkarbizitza paketsu eta anaitasunezko leku bat izan dadin, non pertsona guztien eskubideak beti errespetatuak izan daitezen eta errugabeko odolik inoiz gehiago isuri ez dadin.

[Que el ejemplo y la intercesión de Santa María Josefa del Corazón de Jesús ayuden al pueblo vasco a desterrar para siempre la violencia, y Euskadi sea una tierra bendita y un lugar de pacífica y fraterna convivencia, donde siempre se respeten los derechos de todas las personas y nunca más se derrame sangre inocente.]

4. "See what you have stored up for yourselves against the last days!" (Jas 5:3).

In the Second Reading of today’s Liturgy, the Apostle James rebukes the rich who trust in their wealth and treat the poor unjustly. Mother Katherine Drexel was born into wealth in Philadelphia in the United States. But from her parents she learned that her family’s possessions were not for them alone but were meant to be shared with the less fortunate. As a young woman, she was deeply distressed by the poverty and hopeless conditions endured by many Native Americans and Afro-Americans. She began to devote her fortune to missionary and educational work among the poorest members of society. Later, she understood that more was needed. With great courage and confidence in God’s grace, she chose to give not just her fortune but her whole life totally to the Lord.

To her religious community, the Sisters of the Blessed Sacrament, she taught a spirituality based on prayerful union with the Eucharistic Lord and zealous service of the poor and the victims of racial discrimination. Her apostolate helped to bring about a growing awareness of the need to combat all forms of racism through education and social services. Katherine Drexel is an excellent example of that practical charity and generous solidarity with the less fortunate which has long been the distinguishing mark of American Catholics.

May her example help young people in particular to appreciate that no greater treasure can be found in this world than in following Christ with an undivided heart and in using generously the gifts we have received for the service of others and for the building of a more just and fraternal world.

5. "The law of the Lord is perfect, . . . it gives wisdom to the simple" (Ps 19:8).

These words from today’s Responsorial Psalm resound powerfully in the life of Sister Josephine Bakhita. Abducted and sold into slavery at the tender age of seven, she suffered much at the hands of cruel masters. But she came to understand the profound truth that God, and not man, is the true Master of every human being, of every human life. This experience became a source of great wisdom for this humble daughter of Africa.

In today’s world, countless women continue to be victimized, even in developed modern societies. In Saint Josephine Bakhita we find a shining advocate of genuine emancipation. The history of her life inspires not passive acceptance but the firm resolve to work effectively to free girls and women from oppression and violence, and to return them to their dignity in the full exercise of their rights.

My thoughts turn to the new Saint’s country, which has been torn by a cruel war for the past seventeen years, with little sign of a solution in sight. In the name of suffering humanity I appeal once more to those with responsibility: open your hearts to the cries of millions of innocent victims and embrace the path of negotiation. I plead with the international community: do not continue to ignore this immense human tragedy. I invite the whole Church to invoke the intercession of Saint Bakhita upon all our persecuted and enslaved brothers and sisters, especially in Africa and in her native Sudan, that they may know reconciliation and peace.

Una parola di affettuoso saluto rivolgo infine alle Figlie della Carità Canossiane, che oggi gioiscono per la elevazione della loro Consorella alla gloria degli altari. Dall’esempio di santa Giuseppina Bakhita sappiano esse trarre rinnovato stimolo a generosa dedizione nel servizio a Dio ed al prossimo.

6. Carissimi Fratelli e Sorelle, stimolati dal tempo di grazia giubilare, rinnoviamo la disponibilità a lasciarci profondamente purificare e santificare dallo Spirito. Su questa via ci attira anche la Santa di cui ricorre oggi la memoria: Teresa di Gesù Bambino. A lei, patrona delle missioni, e ai nuovi Santi affidiamo oggi la missione della Chiesa all’inizio del terzo millennio.

Maria, Regina di tutti i Santi, sostenga il cammino dei cristiani e di quanti sono docili allo Spirito di Dio, perché in ogni parte del mondo si diffonda la luce di Cristo Salvatore.

[01964-XX.01] [Testo originale: Plurilingue]