Sala Stampa

www.vatican.va

Sala Stampa Back Top Print Pdf
Sala Stampa


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’EXPO MISSIO 2000, 08.06.2000


CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’EXPO MISSIO 2000

INTERVENTO DEL CARD. ROGER ETCHEGARAY

INTERVENTO DEL CARD. JOZEF TOMKO  

INTERVENTO DI S.E. MONS. CESARE NOSIGLIA

INTERVENTO DEL REV. P. FRANCO CAGNASSO  

Alle ore 11.30 di questa mattina, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione dell’Expo Missio 2000, che sarà inaugurata sabato prossimo, 10 giugno.

Prendono parte alla Conferenza Stampa: l’Em.mo Card. Roger Etchegaray, Presidente del Comitato del Grande Giubileo dell’Anno 2000; l’ Em.mo Card. Jozef Tomko, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; S.E. Mons. Marcello Zago, Segretario della medesima Congregazione; S.E. Mons. Cesare Nosiglia, Vicegerente della Diocesi di Roma, Membro del Comitato del Grande Giubileo dell’Anno 2000; il Rev. P. Franco Cagnasso, Coordinatore dell’Expo Missio 2000; il Rev. P. Giordano Rigamonti, Segretario Generale dell’Expo Missio 2000.

Pubblichiamo di seguito gli interventi dell’Em.mo Card. Roger Etchegaray, dell’ Em.mo Card. Jozef Tomko, di S.E. Mons. Cesare Nosiglia e del Rev. P. Franco Cagnasso:

INTERVENTO DEL CARD. ROGER ETCHEGARAY

Tutti i popoli vedranno la tua salvezza

Introduzione

L’Expo è allestita sul luogo del martirio di San Paolo, l’Abbazia delle tre fontane, e si articola attraverso un percorso realizzato con strutture multimediali per suscitare l’interesse del visitatore.Vengono evidenziati e variamenti rappresentati, in distinti scenari, i dinamismi fondamentali della missione: la ricerca di Dio, l’incontro con Cristo e la missione in mezzo agli uomini. L’Expo si propone come un itinerario di spiritualità per sollecitare il pellegrino-visitatore a compiere un suo personale cammino missionario.

"Expo missionaria 2000" intende coinvolgere i pellegrini del Grande Giubileo e suscitare in essi una domanda - oltre fornire loro una risposta- sul significato della missione universale di Cristo e dei cristiani, come dono, appello e mistero.

In un luogo di alta spiritualità, quale è l’Abbazia, vengono offerti al visitatore una serie di suggerimenti e di contenuti lungo un itinerario in cui storia e geografia, antropologia culturale fantasia creatrice, ispirazione artistica, riflessione teologica e soprattutto impegno missionario di uomini e donne, consacratisi per tutta la vita all’evangelizzazione dei popoli, si intrecciano, si spiegano e si completano a vicenda.

Partiamo dal testo di Isaia: "Tutti i popoli vedranno la tua salvezza" (Is 52, 10). In questa gioiosa profezia si colgono tre aspetti principali:

"Vedranno": si tratta della piena realizzazione del Regno di Dio, quando si compie la storia dell’umanità;

"la salvezza": punto di arrivo dei cammini di pace e di giustizia, ma anche dono di Dio;

"tua" e "tutti i popoli": ecco i soggetti in gioco, il mistero di Dio e il mistero dell’umanità.

Ripresa e riletta in chiave missionaria, la profezia di Isaia invita tutti noi a metterci in viaggio: a camminare con le genti, spezzare con loro il pane, ascoltare la Parola di Salvezza.

La Ricerca

L’"Expo" offre al visitatore tre passaggi fondamentali. Nel primo, situato all’esterno, si viene immessi nel fluire continuo della storia di un’umanità contrassegnata, nel bene e nel male dall’impulso comune a tutti i popoli: la ricerca di Dio. Quest’anelito istintivo verso la trascendenza si manifesta nella varietà delle religioni e delle fedi, ma anche in molti riti e simboli familiari a tutti e nei libri sacri su cui molte religioni si fondano.

L’idea centrale di questa prima parte dell’Esposizione è, dunque, che tutto parte da Dio e dal suo amore per l’uomo, fin dalla Creazione e che continua, poi, con il dialogo ininterrotto con ogni singola persona e ogni popolo, nonostante peccati, errori, tradimenti. Il primo missionario è Dio stesso: il Padre si china sull’uomo e gli manda il Figlio, lasciandogli per sempre lo Spirito, protagonista vero della missione di cui la Chiesa è collaboratrice nella continuità storica del dialogo fra Cielo e Terra. I missionari, a loro volta, sono chiamati ad esprimere in modo esemplare la vocazione della Chiesa a essere sacramento di salvezza per il mondo intero.

Missione come Annuncio

Il terzo passaggio si apre con l’Annuncio: vengono evocate le figure più rilevanti e le esperienze più significative di venti secoli di cristianesimo, fino ai giorni nostri.

Nella "Tenda della Vocazione", attraverso l’interpretazione dal punto di vista missionario delle Beatitudini evangeliche, i pellegrini potranno avvertire la forza della chiamata che Dio rivolge a uomini e donne perchè siano partecipi della missione di Cristo.

Missione come solidarietà

La visita all’Expo va effettuata innanzi tutto con uno spirito di adesione ideale agli scopi per i quali è stata progettata, ma al pellegrino è offerta anche la possibilità di compiere un gesto concreto di amore verso i poveri partecipando a comporre un grande "puzzle" della carità universale mediante l’acquisto di uno o più pezzi di una gigantesca rappresentazione grafica (4 metri per 20): ciò al fine di contribuire alla realizzazione di alcuni progetti di cooperazione internazionale in varie parti del mondo.

Missione come Giustizia e Pace

La realtà attuale trova piena consonanza nel carattere peculiare dell’attività missionaria che si incentra sulla ricerca della giustizia e della pace e nell’impegno coraggioso, talvolta eroico fino al sacrificio della vita, per la salvaguardia dei diritti dell’uomo. È lì che l’Expo rivela il suo volto giubilare più autentico. "Ecco il digiuno che voglio: spezzare ogni giogo" (Is. 58,3-14).

È lì che trova la sua radice la celebrazione del Giubileo, iniziata nell’Antico Testamento e ripresa, poi, dalla Chiesa.(?) "Lo spirito del Signore Dio è su di me perchè il Signore mi ha consacrato con l’unzione; mi ha mandato a portare il lieto annuncio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore" (Lc 4,18-19). In tale prospettiva, il visitatore è invitato ad aderire alla campagna per la remissione del debito estero dei Paesi più poveri.

Missione come Dialogo fra le religioni

L’umanità è da sempre alla ricerca di Dio e della propria salvezza e Dio, da sempre, risponde in modo da farsi intendere. Nella Tenda del dialogo, una mostra audiovisiva illustrerà il cammino impegnativo che percorrono uomini di religioni diverse per incontrarsi nel rispetto reciproco, collaborando ad operare insieme per il bene. Un’atmosfera piena di luce e di raccoglimento inviterà a pregare, in dialogo con altre esperienze religiose.

Missione come Ascolto e incontro

Al termine del percorso, due grandi tensostrutture accoglieranno i pellegrini che desiderino ascoltare la voce dei missionari, e il racconto delle loro esperienze, per riceverne sostegno nella fede.

L’Expo Missio 2000 è composta da tre grandi parti:

l’esposizione, l’animazione, l’attualità della missione.

La prima parte può apparire come la più importante perchè più vistosa per la superfice espositiva (40 mila mq.) e per la lunghezza del percorso (oltre un Kilometro), ma la seconda ne costituisce l’essenza (l’anima). Ogni giorno, cinquanta missionari di varie età, sono presenti per accogliere, accompagnare i pellegrini e stabilire con essi un contatto personale. La missione, infatti, è vita e la vita si trasmette tramite i rapporti umani e la condivisione della fede.

L’attualità della missione verrà messa in evidenza mediante molteplici programmi a cadenza settimanale, quindicinale, mensile. Un nutrito calendario propone ai pellegrini, ai visitatori occasionali e a quanti siano interessati agli aspetti della vita missionaria, di conoscere e approfondire varie tematiche attinenti le sfide e le tragedie dell’umanità odierna, il dialogo tra le religioni, l’impegno per la giustizia e la pace, la ricchezza delle differenti culture.

[01330-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL CARD. JOZEF TOMKO

"DAL VOLTO AI VOLTI"

La Expo Missio 2000 presenta una concezione attualizzata del compito missionario svolto dalla Chiesa per 2000 anni, mostra l'ampia e ricca gamma di impegni, aspetti e prospettive che essa presenta.

La Expo Missio 2000 non è la solita esposizione di varie etnie del mondo, e dei loro usi, vesti, utensili, maschere e simili, accompagnati dalle fotografie dei missionari e delle loro opere. Di tutto questo materiale piuttosto statico ed esterno all'osservatore vi rimane poco. Questa Esposizione è piuttosto un itinerario, un cammino che coinvolge il pellegrino anche fisicamente e facendolo passare sul lungo sentiero lo guida visivamente dal mondo da cui viene, attraverso tre tappe fondamentali. Si può dire che questa Esposizione fa rivivere l'avventura missionaria nella mente e nel cuore del pellegrino. Tutto ciò che si vede ed ascolta durante il lungo tragitto entra nell'animo di chi cammina e gli fa capire che la missione è anche cosa sua.

Le tre parti che il visitatore incontra diventano anche una storia personale ed esperienza coinvolgente. Infatti esse sono come tre tappe della vita dell'uomo moderno, come passaggi nel suo pellegrinaggio attraverso il mondo.

Appena passata la porta d'ingresso dell'Abbazia, vi è una stradina abbastanza lunga dove il visitatore si trova accompagnato da figure di uomini, donne, bambini di ogni razza, colore, religione, che camminano con lui. Tutti sono alla ricerca di un senso della vita, di un benessere e di una felicità superiore di giustizia e di solidarietà, di un liberatore da tutte le miserie, di un volto amico, anzi, di un Volto con la maiuscola, di Qualcuno che è "l'atteso dei popoli" e a cui ogni essere umano, coscientemente o no, aspira e geme con il poeta del Salmo: "Signore ho desiderato il tuo volto" - "Vultum tuum Domine quaesivi". In questo cammino di ricerca possiamo trovarci mescolati con i credenti delle varie religioni, rappresentate dalle loro grandi scritture, come anche da coloro che vengono dal mondo della sofferenza e cercano il liberatore, dal mondo della tecnologia che sono tentati a credere solo a ciò che si può sperimentare, dal mondo dei dubbiosi come quell'anonimo che poco prima del crollo del muro di Berlino ha lasciato questa scritta: "Dio è morto, Marx è morto, ed anch'io non mi sento molto bene". Tutti questi, ma soprattutto la grande massa di gente pur credendo in un Essere supremo o in un Assoluto, cerca un Volto, un Redentore.

Ora, proprio qui, alla fine del viale d'accesso, tra la prima parte dell'Expo Missio 2000, che immerge il visitatore nella varietà dei popoli e del cammino anche religioso dell'umanità e la terza parte che illustra il cammino storico della Chiesa e il suo impegno oggi, c'è una sosta che ne costituisce in un certo senso il "cuore".

Essa vuole far cogliere al visitatore che Cristo è l'Alfa e l'Omega, punto di confluenza delle attese dell'umanità e punto di partenza per la vita nuova che i credenti e la Chiesa tutta vogliono vivere e proporre al mondo.

Gli organizzatori dell'Expo si sono chiesti: come dire tutto questo in modo immediato, semplice e profondo?

Come far cogliere la assoluta unicità di Cristo e insieme la pluralità di esperienze cristiane?

Come dire che il Messia nato 2000 anni fa in un oscuro villaggio della Palestina, legato alla storia del popolo ebraico e alla sua cultura, è tuttavia il Salvatore di tutti, il Figlio dell'uomo in cui ogni essere umano - quale che sia la cultura e la sua appartenenza etnica - si può riconoscere e trovare salvezza?

Questi interrogativi sono stati affidati ad un gruppo di esperti, teologi e antropologi, i quali hanno elaborato la loro proposta.

Un tema così vasto e complesso è stato concentrato su un solo elemento, capace di contenere davvero molti aspetti: si è pensato di proporre ai visitatori un momento meditativo, un passaggio non lungo ma intenso sugli infiniti modi con cui Cristo viene accolto e interpretato nelle culture dei popoli. Una sosta in un luogo raccolto ed austeramente semplice, che è la Basilica delle Tre Fontane.

"Il Volto di Cristo nelle culture" è stato il primo tema ipotizzato; poi si è trovato più attraente esprimerlo con l'espressione: "Dal Volto ai Volti".

Vale a dire, dal Volto unico di Gesù di Nazareth, ai Volti con cui il mistero dell'Uomo Dio viene continuamente rimeditato nell'arte, nella liturgia e nel folclore dei popoli.

Nella sensibilità di molti credenti, il Volto più espressivo di Cristo è quello del misterioso Uomo della Sindone. Questa immagine in un certo senso fa da sfondo a tutte le altre, che sono il Volto di Cristo, ma in fondo dicono soprattutto la fede, la sofferenza, la gioia e la ricerca di chi lo rappresenta artisticamente.

Sono state raccolte centinaia di immagini offerte da musei, istituti missionari, archivi di editrici e dall'"Istituto Internazionale di ricerca sul Volto di Cristo", fondato da S.E. il Cardinale Angelini.

L'artista Calafiore in dialogo con il comitato, ha selezionato ed elaborato quelle che riteneva più espressive, preparando una "sacra evocazione" tanto suggestiva quanto difficile da descrivere a parole.

Il visitatore viene introdotto nella splendida e austera Basilica dell'Abbazia delle Tre Fontane, dove musica, immagini, luci e silenzi lo accompagnano in una sorta di immersione visiva e sonora nel mistero del Verbo Incarnato.

Si vuole proporgli una sosta di preghiera personale, emotivamente coinvolgente, che evochi in lui o lei qualcosa di molto familiare - com'è l'immagine di Cristo per un cristiano - e allo stesso tempo nuova, stimolante, com'è l'immagine di Cristo interpretato in secoli e in culture differenti.

Questo momento evocativo rappresenta il frutto maturo di duemila anni di evangelizzazione.

Infatti è grazie alla predicazione, allo zelo e al martirio di innumerevoli missionari che Cristo è stato annunciato e accolto da tanti popoli della terra.

Allo stesso tempo è il punto di partenza per la missione del millennio che ci sta davanti. Essa infatti si esprime in larga misura nel lungo lavorio che chiamiamo inculturazione, il processo attraverso il quale la Parola annunciata penetra nelle culture, le trasforma e le purifica, e viene da esse riespressa mostrando la ricchezza sempre nuova e inattesa della Parola stessa.

Dalle prime, intense e incerte immagini che ritroviamo nelle catacombe, siamo passati ad una varietà straordinaria e commovente di espressioni dell'unico Volto di Cristo. Vederne una rappresentazione come quella preparata dall'Expo dà fiducia, perché dimostra che il seme gettato ha germogliato su terreni diversi, e può continuare a farlo. Tuttavia, suscita anche una spinta missionaria. Provoca a meditare oggi, nell'Anno 2000 del Signore, sul benevolo richiamo di quel buddista del Bangladesh, che dopo la sua conversione, ha detto: "Iddio si è fatto uomo. Perché avete aspettato duemila anni per portarci questa notizia così sensazionale?".

La terza parte mostrerà in quanti modi si può fare missione, questa sosta nella Chiesa del monastero dice al pellegrino che queste modalità diverse hanno tutte radice nel mistero dell'Incarnazione e della Redenzione, e perciò lo interpellano personalmente. Guardando quei volti, ciascuno chiederà a se stesso come accoglie e come vive il loro significato; quale Volto è impresso nella sua vita di credente. E cercherà di reagire personalmente alla sfida del buddista.

Uscendo dalla chiesa il visitatore si recherà verso il luogo del martirio di Paolo, Apostolo delle genti e grande missionario, per rafforzare la sua fede: "Io so in chi ho creduto...". Con questo sguardo di fede affronterà la terza parte, che dà l'immagine della missione concreta oggi ed offre la possibilità di essere coinvolti nella sua attualità.

Così l'Expo Missionaria 2000 diventa per il visitatore un happening, un'esperienza che lo segna nel cuore.

[01332-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DI S.E. MONS. CESARE NOSIGLIA

1. Il mio contributo a questa presentazione riguarda alcuni aspetti e proposte significative che riguardano l'EXPO nel quadro degli eventi giubilari.

Un primo aspetto attiene al luogo dove l'Expo si svolge: l'Abbazia delle Tre Fontane dove la tradizione colloca il martirio dell'Apostolo Paolo, l'evangelizzatore delle genti, il missionario intrepido e coraggioso che portò l'annuncio del Vangelo a tutti i popoli allora conosciuti fino a Roma fondando con l'Apostolo Pietro questa Chiesa.

L'Expo si inserisce con semplicità, rispetto e significatività dentro questo luogo dove la memoria, la preghiera dei monaci, e la loro spiritualità, i segni del martirio dell'Apostolo e altri importanti elementi ecclesiali aiutano il pellegrino a immergersi dentro un'atmosfera religiosa ricca di un messaggio profondo che colpisce nell'animo e resta senza dubbio incancellabile. L'Expo contribuirà a esaltare queste caratteristiche aprendo l'orizzonte della preghiera, del silenzio, dell'ascolto e della contemplazione al mistero della salvezza, di quell'amore grande e infinito che si è compiuto in Cristo Signore e continua a compiersi mediante il suo Spirito nella Chiesa sparsa nel mondo intero.

2. Un altro aspetto che richiamo è il riferimento dell'Expo ad alcuni importanti eventi del Giubileo che segneranno questi prossimi mesi. Mi riferisco al Congresso Eucaristico Internazionale, alla GMG e al Giubileo delle famiglie.

Missione ed Eucaristia sono strettamente legati da una radice comune che è la volontà stessa del Signore di donarsi nel segno sacramentale del pane e del vino per la salvezza di tutti gli uomini.

Nel corso del Congresso la dimensione missionaria sarà accentuata in particolare nel primo giorno (lunedì 19) quando nella Basilica di San Paolo si svolgerà una grande Veglia di preghiera sul tema dell'Eucaristia e missio ad gentes. I partecipanti al Congresso e i pellegrini saranno adeguatamente informati e sensibilizzati sull'Expo così da stabilire un ideale rapporto tra questo alto momento di preghiera e l'itinerario spirituale che l'Expo propone nel suo svolgimento.

La GMG rappresenta senza dubbio l'evento più partecipato del Giubileo. I giovani vivono con gioia e fraternità l'incontro con i coetanei del mondo e attorno a Cristo e al suo Vicario si sentono profondamente arricchiti di fede e di amicizia. Nel corso della GMG, l'Expo intende promuovere un momento alto e forte di proposta per i giovani e con i giovani pellegrini.

Si tratta di un evento musicale intitolato : sulle orme di Paolo. (vedi allegato)

Anche il Giubileo delle famiglie coinvolge l'Expo in modo diretto. Paolo è stato tante volte aiutato proprio da famiglie nel suo lavoro apostolico (Aquila e Priscilla, ma anche molte altre). Sarà dunque importante offrire alle famiglie durante il loro Giubileo la possibilità di incontrare l'Expo per trovare in essa stimoli per essere famiglia missionaria sia nel discernimento delle vocazione dei figli, sia nell'impegno verso le altre famiglie, sia nell'aprirsi anche a vere e proprie esperienze missionarie oggi particolarmente esigite sia nei Paesi di lunga tradizione cristiana che in quelli di recente e nuova evangelizzazione.

3. Un'altra iniziativa che segnalo è quella relativa ai ragazzi della scuola.

Si tratta di una mattinata missionaria e di educazione all'interculturalità che l'Expo attiverà a cominciare da ottobre.

I ragazzi con i loro insegnanti potranno visitare l'Expo e dialogare con i missionari, conoscere le varie culture in cui il Vangelo si è incarnato e aprirsi così a una visione universale della Chiesa e dei popoli.

La figura di Paolo sarà al centro della proposta in modo da interessare i ragazzi a partire da una storia affascinante e vera di un testimone ed evangelizzatore così affascinante anche per i giovani di oggi. Mi auguro che la maggior parte delle scuole di Roma e delle regioni vicine (ma anche dell'Italia) siano interessate all'iniziativa.

In conclusione,

4. Ricordo che la visita all'Expo è gratuita e si reggerà sul volontariato generoso degli Istituti missionari che si alterneranno anche nell'accompagnare i pellegrini.

L'impostazione dell'Expo sottolinea la sua novità rispetto a iniziative analoghe promosse negli anni santi precedenti dove prevaleva l'aspetto di Mostra con la presentazione di oggetti e lavori portati dai Paesi missionari. L'Expo privilegia invece, pur senza disattendere questo elemento che aiuta a conoscere la cultura e l'inculturazione del Vangelo nei diversi Paesi, la proposta dell'itinerario-percorso (e dunque pellegrinaggio) spirituale e culturale insieme, ricco di tappe e momenti significativi sia comunitari che di dialogo interpersonale con gli stesi missionari. I pellegrini saranno così come immersi in una esperienza forte e coinvolgente che in modo graduale li condurrà non solo a comprendere l'oggi della missione e dei suoi problemi, ma a sperimentare dal vivo l'efficacia spirituale e la forza di novità che scaturisce dall'annuncio di Cristo e del suo Vangelo.

Il fine è quello di aiutare i pellegrini a farsi dentro di sé una domanda di fondo: io, come cristiano, che cosa devo fare ogni giorno per annunciare il Signore e vivere la fede in Lui, nel mio ambiente di vita, verso ogni persona, e allargando l'orizzonte, nel mondo intero dove tanti ancora non conoscono il vero Dio e Colui che Egli ha mandato Gesù Cristo.

Qui non si tratta di visitare una mostra, ma di mettersi in cammino per riscoprire il dono grande della fede come un debito d'amore da restituire sempre, ovunque e a chiunque.

[01331-01.01] [Testo originale: Italiano]

INTERVENTO DEL REV. P. FRANCO CAGNASSO

Come è nata e come vive l'Expo

Nata da una conversazione informale fra i superiori di quattro istituti missionari, l'idea di realizzare una "Mostra Missionaria" in occasione del Giubileo si è fatta strada dapprima in modo molto incerto, poi con sempre maggiore forza.

Coloro che l'hanno proposta erano convinti che il Giubileo debba avere per natura sua un'attenzione esplicita al tema dell'evangelizzazione a tutti i popoli, perché non si può celebrare il mistero della Redenzione senza pensare al mondo intero, e non si può rinnovare la propria vita cristiana senza accogliere il compito di essere testimoni e annunciatori di Cristo a tutti. Erano anche incoraggiati dal fatto che durante altri Giubilei del XX secolo si sono realizzate iniziative missionarie di rilievo.

Venne subito scartata l'ipotesi che essa venisse realizzata e presentata soltanto dagli Istituti missionari. Doveva essere tutta la Chiesa a fare propria questa dimensione per lei essenziale.

Il Comitato Centrale si mostrò sensibile, e dopo alcuni sondaggi, insieme alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, nominò un Comitato organizzatore che raccoglie diverse espressioni ecclesiali, prime fra tutte le Pontificie Opere Missionarie. Era il punto di partenza desiderato.

Tre i problemi che si presentarono immediatamente agli incaricati:

- l'impostazione da dare all'iniziativa

- il luogo in cui realizzarla

- il reperimento delle risorse.

Circa l'impostazione, si trovò subito il consenso di tutti circa l'orientamento di fondo: non si voleva solo un'evocazione storica, né una raffinata proposta culturale, ma piuttosto un momento vivo del pellegrinaggio giubilare, per coinvolgere il visitatore e presentargli "le missioni" dentro la missione, che è parte essenziale della fede che lo porta a Roma come pellegrino.

Altra preoccupazione era di presentare la missione non come realtà del passato, ma come la prospettiva della Chiesa di oggi, convinti che ci sia all'orizzonte una "nuova alba" come dice l'Enciclica Redemptoris Missio.

Infine, pareva opportuno superare la visione puramente geografica della missione, secondo lo schema che portava dal mondo occidentale verso gli altri mondi. Anche l'Europa è frutto della missione, e oggi essa si compie in tutte le direzioni e in tutti gli ambienti.

Altri orientamenti sono stati favoriti dalla scelta del luogo, il Monastero delle Tre Fontane, al quale il Comitato fu orientato con un provvidenziale suggerimento del Vicariato.

Provvidenziale anzitutto perché è molto significativo presentare la missione sul luogo del martirio dell'Apostolo delle Genti. Inoltre, l'Abate e i Monaci si rivelarono molto disponibili, e ci trovammo davanti a spazi vasti, quasi tutti all'aperto, suggestivi e carichi di storia e spiritualità.

Si è cercata un'impostazione che valorizzi questi elementi rispettandoli. Non fu uno studio facile, ma è stato possibile grazie alla collaborazione, dell'Abbazia, e di altri che a titolo diverso sono coinvolti: dall'intendenza alle Arti, alla Confraternita del SS.mo Sacramento e S. Trifone.

La collaborazione è stata ed è la parte più incoraggiante di tutto il lavoro svolto.

Il Comitato, formato da 12 persone, ha trovato un grande numero di persone disponibili ed entusiaste. L'Expo si inaugura perché i Missionari e le Missionarie della Consolata hanno messo a disposizione due Padri (e almeno si deve nominare il Segretario, che ha svolto la maggior parte del lavoro, P. Giordano Rigamonti) e due Suore a tempo pieno, e altri Istituti - missionari e non - hanno dato collaborazioni consistenti in personale.

Accanto a loro, hanno lavorato religiose, laiche e laici di varia estrazione, sia nella organizzazione, sia nei vari settori per i quali si sono creati comitati distinti, per il dialogo, per la vocazione missionaria, per la comunicazione e le relazioni pubbliche, per gli eventi che sono in programma. Ci hanno aiutato persone di buona volontà ed esperti in vari campi, che hanno messo con semplicità la loro preparazione, il loro tempo e la loro amicizia a servizio della missione.

Tutto ciò costituisce anche la conferma incoraggiante che si è scelta l'impostazione giusta. Infatti non si vuole soltanto presentare qualcosa da vedere o da sentire, ma offrire occasioni di incontro. Come la missione è fatta dai credenti, non dalle strutture, così la parte più viva dell'Expo deve essere l'incontro fra persone.

Noi speriamo che i sette mesi in cui essa sarà aperta permettano a tanta gente di incontrare volontari bene animati e missionari capaci di narrare la loro vita e il perché delle loro scelte, facendosi portavoce di tanti aspetti della vita e dei problemi dei popoli. Speriamo pure che i visitatori si incontrino fra loro, per cogliere la Chiesa come famiglia numerosa e varia, unita da un'unica fede, cordialmente a servizio dell'umanità.

A questo scopo si sono riservati spazi ampi per incontrarsi: due tende e una gradinata all'aperto. Lì si svolgeranno quotidianamente conferenze e dibattiti di missionari e missionarie per e con i visitatori. Facciamo conto di avere sempre presenti, a rotazione, testimoni provenienti da vari paesi, istituti, esperienze. Gruppi organizzati potranno dialogare, pregare e cantare insieme.

Abbiamo investito molto sui volontari, preparando i loro leaders e "scommettendo" sul loro ruolo, che sarà non solo di accompagnatori logistici, ma di guide a scoprire l'Expo, vivendola con i visitatori. Sarà loro compito anche aiutarli a cogliere e valorizzare il significato dell'area dell'Abbazia, invitandoli ad un momento di preghiera silenziosa nella Cappella del martirio.

Nell'area dietro la Cappella, dove si vedono in sintesi i "Venti secoli di evangelizzazione" saranno i missionari ad accompagnare il visitatore, spiegando e suscitando domande.

Ogni giorno, dopo la chiusura, proponiamo un momento di preghiera con i Monaci seguito da una testimonianza e dalla versione completa (circa mezz'ora) della "evocazione" "Dal Volto Ai Volti".

Ogni settimana un incontro di preghiera nella tenda del dialogo interreligioso.

Ogni quindici giorni un sabato intero da trascorrere con un "testimone di giustizia".

La ricchezza del rapporto fra persone ed esperienze si esprime in molti altri modi; mi limito a ricordare i due pomeriggi di musica e testimonianze durante le Giornate della Gioventù, gli incontri per continenti, e gli incontri delle famiglie missionarie. Ha voluto allargarsi poi oltre i confini della appartenenza alla Chiesa verso altri credenti. La "Marcia delle religioni per la pace", proposta e sostenuta dalla Expo, è ora una iniziativa di vari gruppi religiosi che il 1E gennaio del 2001 cammineranno e pregheranno in Roma per la pace del mondo.

Il terzo punto che faceva problema era il reperimento delle risorse. Siamo partiti senza una lira, e ancora oggi ci è impossibile dire quanto abbiamo speso e quanto spenderemo. Abbiamo avuto aiuti da moltissimi. L'appoggio della Congregazione per l'Evangelizzazione e delle Pontificie Opere Missionarie, sia internazionali, sia della Direzione italiana, è stato determinante. Hanno mandato offerte quasi 600 vescovi di missione, e 160 istituti missionari e religiosi. Pochi gli aiuti in denaro di ditte e società, che però hanno contribuito in materiale o con lavori scontati. L'ingresso sarà gratuito, e abbiamo assoluto bisogno della generosità dei visitatori per far fronte sia ad alcune spese già effettuate, sia ai costi di gestione. E' incalcolabile quanto abbiamo ricevuto gratuitamente in ore di lavoro, viaggi, competenza professionale; e quanto abbiamo vissuto in questi mesi ci dà fiducia che ce la faremo.

[01329-01.01] [Testo originale: Italiano]