MESSAGGIO DEL SEGRETARIO DI STATO, CARD. ANGELO SODANO, AL CONVEGNO SU GIORDANO BRUNO (NAPOLI, 17-18 FEBBRAIO) Promosso dalla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, si svolge in questi giorni a Napoli un Convegno dei Docenti su "Giordano Bruno: oltre il mito e le opposte passioni. Una ricognizione storico-teologica".
Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Segretario di Stato, Cardinale Angelo Sodano, che viene letto oggi pomeriggio, all’apertura dei lavori del Convegno:
Al Rev.do Sacerdote
Prof. ADOLFO RUSSO
Preside della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale
Reverendo Preside,
con lettera del 18 gennaio scorso, Ella ha voluto cortesemente segnalare al Santo Padre l'iniziativa del Convegno che codesta Facoltà Teologica celebrerà il 17-18 febbraio del corrente anno sul tema: "Giordano Bruno: oltre il mito e le opposte passioni. Una ricognizione storico-teologica", ed ha altresì illustrato il senso che, nell'ottica del Grande Giubileo, si intende dare al Convegno stesso.
L'Anno giubilare costituisce per la Chiesa un'occasione privilegiata per ravvivare e celebrare la sua fede in Cristo: alla luce dell'Incarnazione, essa è intenta a ripensare con gratitudine agli innumerevoli frutti di santità maturati nel suo seno nell'arco di questi due millenni. Ciò tuttavia non la dispensa dal riandare alle tante incoerenze che hanno segnato il comportamento dei suoi figli, gettando ombra sull'annuncio del Vangelo. E' per questo che, tra i segni del Giubileo, il Sommo Pontefice ha posto quello della purificazione della memoria, chiedendo a tutti un atto di coraggio e di umiltà nel riconoscere le proprie mancanze e quelle di quanti hanno portato e portano il nome di cristiani (cfr Incarnationis mysterium, n.11).
In questa direzione sono andati alcuni importanti simposi - come quelli sull'antisemitismo, sull'inquisizione e su Giovanni Hus - che si sono svolti col patrocinio della Santa Sede, per stabilire sul piano storico lo sviluppo effettivo degli avvenimenti e discernere ciò che in essi debba essere giudicato poco conforme allo spirito evangelico. Simile ricognizione appare importante sia per chiedere perdono a Dio e ai fratelli delle mancanze eventualmente commesse sia per indirizzare la coscienza cristiana verso un futuro più vigile nella fedeltà a Cristo.
Sua Santità ha appreso, pertanto, con piacere che, appunto con questi sentimenti, codesta Facoltà Teologica intende rievocare Giordano Bruno, che, il 17 febbraio del 1600, fu giustiziato a Roma in Campo dei Fiori, in seguito al verdetto di eresia pronunciato dal Tribunale dell'Inquisizione Romana.
Questo triste episodio della storia cristiana moderna è stato talora assunto da alcune correnti culturali come spunto ed emblema di un'aspra critica nei confronti della Chiesa. Lo stile di dialogo inaugurato dal Concilio Vaticano II ci invita a superare ogni tentazione polemica, per rileggere anche questo evento con spirito aperto alla piena verità storica.
E' pertanto da auspicare che il menzionato Convegno, partendo dagli interessi propri di una Facoltà di teologia, possa offrire un contributo significativo ai fini della valutazione della personalità e della vicenda del filosofo nolano, che, com'è noto, ricevette proprio a Napoli, nel convento di San Domenico Maggiore, la sua formazione e ivi fece la sua professione religiosa nell'Ordine dei Predicatori.
In realtà, anche sulla base di aggiornate ricerche svolte da studiosi di diversa ispirazione, sembra acquisito che il cammino del suo pensiero, svoltosi nel contesto di un'esistenza piuttosto movimentata e sullo sfondo di una cristianità purtroppo divisa, lo abbia condotto a scelte intellettuali che progressivamente si rivelarono, su alcuni punti decisivi, incompatibili con la dottrina cristiana. Spetta ad un'indagine ulteriormente approfondita valutare l'effettiva portata della sua divaricazione dalla fede.
Resta il fatto che i membri del Tribunale dell'Inquisizione lo processarono con i metodi di coazione allora comuni, pronunciando un verdetto che, in conformità al diritto dell'epoca, fu inevitabilmente foriero di una morte atroce. Non sta a noi esprimere giudizi sulla coscienza di quanti furono implicati in questa vicenda. Quanto emerge storicamente ci dà motivo di ritenere che i giudici del pensatore fossero animati dal desiderio di servire la verità e promuovere il bene comune, facendo anche il possibile per salvargli la vita. Oggettivamente, tuttavia, alcuni aspetti di quelle procedure e, in particolare, il loro esito violento per mano del potere civile non possono non costituire oggi per la Chiesa - in questo come in tutti gli analoghi casi - un motivo di profondo rammarico. Il Concilio ci ha opportunamente ricordato che la verità "non si impone che in forza della verità stessa" (Dignitatis humanae 1). Essa va perciò testimoniata nell'assoluto rispetto della coscienza e della dignità di ciascuna persona.
Affido a Lei, Signor Preside, il compito di trasmettere questi pensieri ai partecipanti al menzionato Convegno, ai quali il Santo Padre invia il Suo benedicente saluto. Voglia il Signore aiutare la Chiesa del terzo Millennio, anche attraverso il ricordo di questi avvenimenti dolorosi, ad incarnare sempre meglio lo spirito del Vangelo. L'annuncio di Cristo, operato con fervore di fede ma insieme con atteggiamenti di sincero e rispettoso dialogo, la renda sempre più quale il Concilio l'ha prospettata, "segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano" (Lumen gentium, 1).
Con i miei cordiali saluti
Cardinale Angelo Sodano
Segretario di Stato
[00397-01.03] [Testo originale: Italiano]